L'eterna rivalità tra India e Pakistan
L'eterna e sanguinosa rivalità tra India e Pakistan

L'eterna e sanguinosa rivalità tra India e Pakistan

Veronique Viriglio
India Pakistan
TAUSEEF MUSTAFA / AFP - Soladti indiani nel Kashmir
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La sanguinosa spartizione del 1947

Nella notte tra il 14 e il 15 agosto 1947 il viceré dell'India, lord Louis Mountbatten, zio del principe Filippo che da lì a poco avrebbe sposato la regina Elisabetta II, dichiara la fine di due secoli di dominio britannico sul subcontinente indiano. L'ex colonia viene divisa in due domini: l'India, a maggioranza indu', e il Pakistan, a maggioranza musulmana, che comprendeva all'epoca anche il Bengala Orientale (ora Bangladesh) distante diverse migliaia di chilometri. La spartizione costringe quasi 15 milioni di persone a spostarsi: i musulmani verso il territorio pakistano, gli indu' e i sikh nella direzione opposta. Non senza conseguenze: milioni di persone muoiono in rivolte e massacri.

La prima guerra indo-pakistana

Nell'autunno del 1947, il 22 ottobre, scoppia la prima guerra indo-pakistana per il controllo del Kashmir, che viene annesso all'India. Nel 1948, una risoluzione ONU chiede che si tenga un referendum sull'autodeterminazione del Kashmir, ma rimane lettera morta a causa del rifiuto di Nuova Delhi. Il 1 gennaio 1949 viene dichiarato un cessate il fuoco lungo una "linea di controllo" (LoC) di 770 km che divide il Kashmir in due parti: il 37% appartiene al Pakistan - l'Azad Kashmir - e il 63% all'India, lo stato di Jammu e Kashmir. Nonostante questo accordo, entrambi gli stati continuarono a rivendicare la sovranità sull'intero territorio.

La guerra indo-pakistana del 1965

Tra agosto e settembre del 1965, il conflitto si riaccende per l'intrusione nel Kashmir indiano di un migliaio di separatisti sostenuti dal Pakistan. Migliaia i morti da entrambe le parti. La guerra si conclude con la mediazione dell'Unione Sovietica.

Guerra indo-pakistana del 1971

All'inizio del 1971, il Pakistan invia truppe nel Bengala Orientale per reprimere un movimento separatista. L'India, alle cui porte bussano 10 milioni di bengalesi in cerca di riparo, interviene a sostegno dei separatisti. Il conflitto si conclude nove mesi e quasi 3 milioni di morti dopo, con l'indipendenza di quello che diventa il Bangladesh.

Il conflitto del Siachen

Nel 1984, l'India lancia l'operazione Meghdoot per occupare tutto il ghiacciaio Siachen, a un'altitudine di 5mila metri, al confine del Kashmir settentrionale. Scontri scoppiano anche nel 1987 e 1995 quando il Pakistan cerca di ricacciare indietro le truppe indiane.

L'insurrezione separatista nel 1989

Alla fine del 1989, scoppia un'insurrezione dei musulmani del Kashmir indiano che chiedono l'indipendenza della regione o la sua annessione al Pakistan. La popolazione indu' fugge in cerca di rifugio in altre regioni indiane. Il risentimento che già covava è alimentato dall'afflusso di miliziani jihadisti dopo il ritiro dell'Unione Sovietica dall'Afghanistan. La guerra cambia la natura del movimento anti-indiano che da nazionalista diventa essenzialmente islamista. Il Pakistan offre ufficialmente solo sostegno "morale e diplomatico" al movimento, ma l'India lo accusa di addestrare e fornire armi ai separatisti per combattere i 500mila suoi soldati schierati nel Kashmir.

La guerra di Kargil nel 1999

Nuova Delhi accusa di nuovo Islamabad di aver infiltrato combattenti islamisti e soldati pakistani nella sua parte del Kashmir per riprendere il controllo del ghiacciaio Siachen. I feroci combattimenti causano più di mille morti, in particolare nella regione di Kargil. Il 1 ottobre 2001, 38 persone muoiono in un attentato fuori dal parlamento regionale del Kashmir a Srinagar di cui l'India incolpa il Pakistan.

2002, sull'orlo di una guerra nucleare

In seguito all'attentato, l'India sposta missili balistici e ammassa truppe in Kashmir in vista di un'azione di terra a gennaio del 2002. Il Pakistan risponde inviando sue truppe lungo la Linea di Controllo. Si teme una guerra nucleare. Gli Stati Uniti, impegnati in Afghanistan, si mobilitano per evitare un'altra guerra nella regione e fanno pressioni sul Pakistan, nel mirino anche per i sospetti di un sostegno attivo ai talebani e a Osama bin Laden. Il premier pakistano Pervez Musharraf condanna l'attentato di Srinagar e annuncia piani per combattere l'estremismo islamico. In estate le tensioni si riaccendono e l'India attacca postazioni pakistane. Ma verso la fine dell'anno la situazione progressivamente migliora.

Il cessate il fuoco del 2003

L'India comincia a smobilitare parte delle sue truppe e nell'aprile del 2003 i due paesi riallacciano le relazioni diplomatiche. A novembre si arriva alla firma di un cessate il fuoco, che tuttavia non mette fine alla guerriglia.

Tensioni e attacchi a ripetizione dal 2008 in poi

Nel 2008, 166 persone muoiono in una serie di attacchi jihadisti a Mumbai. L'India accusa il Pakistan e interrompe il processo di pace. Il dialogo riprende nel 2011, ma la prima visita di un premier indiano, Narendra Modi, è del dicembre 2015. Nel 2019, l'India effettua attacchi aerei sul suolo pakistano dopo un attacco in cui muoiono 40 dei suoi paramilitari a Pulwama, nel Kashmir. Il Pakistan reagisce abbattendo un aereo indiano. Il governo ultranazionalista di Nuova Delhi revoca lo status di semi-autonomia della regione in agosto e migliaia di oppositori vengono arrestati.

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India - Pakistan
JOHN MACDOUGALL / AFP - Attivisti e proteste nel Kargil
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