AGI - È salito a 8 il numero degli arresti in Turchia per minacce nei confronti della famiglia del giovane Mattia Ahmet Minguzzi, vittima di un agguato lo scorso 24 gennaio a Istanbul. La polizia turca ha catalogato il caso come "reato perpetrato da criminalità organizzata":
Mattia Ahmet, figlio quattordicenne del noto chef italiano Andrea Minguzzi e della violoncellista turca Yasemin Akincilar, morì dopo alcuni giorni di agonia e al processo ai presunti responsabili il pubblico ministero ha chiesto 24 anni di carcere per due minorenni.
Alla richiesta di condanna sono seguite minacce alla famiglia del giovane tramite telefonate e post sui social. Le manette sono scattate prima per 7 persone, oggi è arrivato l'ordine di detenzione per un ottavo sospettato, accusato di minacce.
Mattia Ahmet era andato con alcuni amici in un popolare mercatino che si svolge due volte a settimana nella parte asiatica della città. Un piccolo diverbio tra adolescenti ha scatenato la reazione di due giovani, che si sono prima dileguati, per poi tornare armati di coltello. Le immagini delle telecamere mostrano un attacco di raccapricciante violenza: prima le 5 coltellate da parte di uno, poi il calcio in testa finale sferrato dal secondo.
I due si sono giustificati asserendo di essere stati insultati durante il primo diverbio. Il quattordicenne è riuscito ad arrivare vivo in ospedale grazie all'intervento di una dottoressa che per caso si trovava sul luogo dell'aggressione. Preso in consegna dai medici sono state necessarie trasfusioni con ben 9 unità di sangue solo nei primi giorni. L'intervento disperato dei medici e la degenza in terapia intensiva non sono però riusciti a porre rimedio ai danni subiti da reni, polmoni e cuore. Il ragazzo è morto dopo 17 giorni di agonia, il 9 febbraio.