AGI - La premessa è che "la coesione della Nato è un bene prezioso da salvaguardare a ogni costo" e che l'Europa "rimane un pilastro della sicurezza atlantica". E che l'esigenza di "investire nella Difesa è una scelta doverosa e obbligata", soprattutto alla luce della "guerra di logoramento" che vede da tre anni impegnate Ucraina e Russia. E' quasi una sorta di appello quello che l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare Nato, ha lanciato intervenendo al convegno dal titolo "Difesa europea - Il nostro futuro", organizzato dal capogruppo di Forza Italia in Senato, Maurizio Gasparri, nella sala Nassirya di palazzo Madama, in ricordo del generale Claudio Graziano. Un evento al quale hanno preso parte, fra gli altri, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e la presidente della commissione Affari esteri e difesa Stefania Craxi.
Cavo Dragone e l'importanza dell'Alleanza Atlantica
Cavo Dragone ha ricordato che "la democrazia e la libertà sono valori per nulla acquisiti e per i quali dobbiamo combattere senza riserve". "Non possiamo più pensare che qualcuno possa farlo al nostro posto". L'Alleanza Atlantica è il nostro vero Scudo. In 75 anni di Storia non un centimetro di territorio Nato è andato perso.
Concetti ribaditi dall'ammiraglio a margine del convegno: "L'importanza di una difesa europea è emersa con una guerra in Europa", quindi cosa più di questo poteva risvegliare le coscienze e dare impulso a questa impresa? Una impresa - ha detto Cavo Dragone - che non è facile ma che deve essere realizzata e anche in breve tempo. Credo che siamo sulla strada giusta. Mi sembra che le reazioni, un po' alla guerra in Ucraina, che è una tragedia, e un po' anche agli schiaffi dell'amministrazione americana, secondo me in una certa maniera meritati, sono utili a questo: sicuramente la difesa europea progredirà, arriveremo a un punto in cui i paesi dell'Unione saranno in grado di difendersi, come è giusto che sia.
Le sfide economiche e la spesa militare
Per Cavo Dragone, "la difesa comune comporterà delle spese in più perché abbiamo speso fino ad oggi troppo poco", questo è sotto gli occhi di tutti. "E ci è stato detto in maniera abbastanza assertiva". Noi militari erano decenni che chiedevamo qualcosa in più e non ci è mai stato dato, meno male che qualcuno ha pensato per noi. Una difesa europea più corposa, efficace, comporta spese. Noi vogliamo la difesa europea perché siamo sguarniti attualmente e quindi dobbiamo per forza riorientare un certo numero di spese: poi stiamo parlando di percentuali a una cifra, quindi se spendiamo il 3% per la difesa vuol dire che spendiamo il 97% per tutto il resto. Mi sembra possa essere metabolizzabile".
Gasparri, "la difesa europea nel nostro destino"
"La difesa europea è nel nostro destino" - ha spiegato Gasparri nel suo intervento -. "I modi, le forme e le risorse si discuteranno, ma il tema aleggia dal 1954, quando fallì purtroppo la Ced, la Comunità europea di Difesa, proposta da De Gasperi e respinta dai francesi". Oggi c'è una ripresa del dibattito: i dettagli seguiranno, però difendersi è la prima condizione della libertà e della tutela della democrazia.
"La difesa - ha aggiunto - non è per fare le guerre, ma per portare pace, aiuto e soccorso, come fanno i nostri militari". Il generale Claudio Graziano, al quale è dedicato l'evento, "fu artefice di missioni internazionali, lo ricordiamo nel Libano e altrove". Quell'esempio - ha proseguito Gasparri - ci dimostra come la difesa italiana è forza di pace, di democrazia e di libertà, ma senza difesa non ci sono democrazia e libertà. L'Europa dovrà fare i conti con questo tema, valorizzando la Nato, realizzando integrazioni, trovando le forme. Su questo, ripeto, il dibattito dura da troppo tempo, da decenni, speriamo che adesso vada verso delle conclusioni positive.
La Russa, "Già 15 anni fa la richiesta del 2% per la Difesa"
"Già quando ero ministro della Difesa, 15 anni fa - aveva sottolineato poco prima La Russa in un intervento a Ping Pong su Rai Radio1 - c'era la richiesta di arrivare almeno al 2% del Pil per le spese della Difesa.
Non si può pretendere che altri aiutino la difesa della nostra nazione e poi non accettare che quei Paesi abbiano un'influenza sulle nostre scelte di politica internazionale. Dobbiamo essere in grado di fare il nostro nella difesa atlantica, per confermare la nostra totale indipendenza e libertà di fare le alleanze, ma di farle in libertà e non in stato di necessità. Ecco perché ha ragione Crosetto, perché quel 2% su cui si sono impegnati tutti i governi di destra, centro e sinistra, venga raggiunto".