AGI - Per il 42% dei cittadini europei tra i 16 e i 30 anni, i social media sono la principale fonte di informazione su temi politici e sociali, mentre la televisione è la seconda fonte più popolare (39%). La preferenza per la Tv è invece più evidente tra i 25 e i 30 anni, una fascia di età anche più propensa a utilizzare le piattaforme di notizie online e la radio rispetto ai giovani di 16-18 anni, che si affidano maggiormente ai social media (45%) rispetto ai 25-30enni (39%) e si fidano di amici, familiari o colleghi per le informazioni (29% rispetto al 23%). Sono i risultati dell'Eurobarometro flash sulla gioventù, il sondaggio del Parlamento europeo pubblicato oggi.
In Italia
Per quanto riguarda l'Italia, nei cittadini fra i 16 e i 30 anni è invece la Tv il mass media più usato per le informazioni politiche e sociali (52%), seguita dai social media (44%) e da stampa e piattaforme di notizie online (25%). Fra i social, è Instagram il più utilizzato, con il 59% rispetto alla media del 47% in Ue, seguito da TikTok con il 35% (39% i Ue) e YouTube al 37% (37% in Ue). Solo quinto X, usato per il 19% contro la media europea del 21%.
Attenzione alle Fake news
Secondo l'indagine del Parlamento europeo, una maggioranza significativa (76%) di giovani - a livello europeo - ritiene di essere stata precedentemente esposta alla disinformazione e alle fake news.
In nove Paesi dell'Ue, più della metà degli intervistati riferisce di essere stata esposta alla disinformazione "spesso" o "molto spesso" negli ultimi 7 giorni, con le percentuali più alte a Malta (59%), Ungheria (58%), Grecia (57%), Lussemburgo (55%) e Belgio (54%). La percezione degli italiani si attesta al 40%. Per contro, la percentuale di coloro che ritengono di non essere mai stati esposti a disinformazione e fake news è la più alta in Romania (19%), seguita dalla Bulgaria (11%).
Fra le preoccupazioni maggiori per gli intervistati, infine, c'è l'aumento dei prezzi e del costo della vita, indicati dal 40% dei partecipanti al sondaggio contro il 34% in Italia. Un terzo del campione (33%) ha dichiarato di ritenere che l'Ue debba concentrarsi sull'ambiente e sul cambiamento climatico nei prossimi cinque anni (46% in Italia), mentre il 31% (38% in Italia) ritiene che la situazione economica e la creazione di posti di lavoro debbano essere una priorità. Quasi tre su dieci (29%), inoltre, vogliono che l'Ue dia priorità alla protezione sociale, al welfare e all'accesso all'assistenza sanitaria, dato che si attesta al 34% in Italia. Più di un intervistato su cinque ha infine indicato l'istruzione e la formazione (27%) come una priorità, contro il 26% in Italia.