AGI - Il messaggio di sostegno al Partito democratico, l'abbraccio plateale a Joe Biden, che le ha detto: "Non pensare di scomparire". La nuova vita di Kamala Harris, quaranta giorni dopo la sconfitta alle presidenziali, riparte da Washington alla festa per gli auguri di Natale al comitato nazionale dei Democratici. Harris ha invitato i progressisti a continuare a lottare, a riprendere il lavoro.
"Il nostro spirito - ha detto - non è stato sconfitto, noi non siamo stati sconfitti". "Siamo forti - ha aggiunto - e io sarò con voi passo dopo passo lungo questo percorso". Biden, apparso gelido nei suoi confronti nelle ultime settimane, ha lodato la vicepresidente definendola una dall'"immenso carattere".
Quando è salita sul palco per parlare, Harris è stata accolta da una lunga e molto simbolica standing ovation, un modo per ringraziarla di aver tenuta viva la speranza dei Democratici di fermare il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump.
Cosa non sia andato è già oggetto di analisi spietate e di regolamenti interni al partito, ma da oggi comincia la rincorsa per le presidenziali del 2028. Molti si chiedono cosa farà la vicepresidente: correre da governatrice della California nel 2026 o riprovare con le primarie presidenziali due anni dopo? Harris, dice chi le sta vicino, sta riflettendo sul suo futuro. Alcuni spingono per la seconda ipotesi, ricordando come in appena tre mesi la sua campagna abbia raccolto più di un miliardo di dollari, risultato mai raggiunto in cosi' poco tempo da nessun candidato alle presidenziali americane.
Ma alle prossime primarie la sfida sarebbe molto più difficile perché i candidati si prennunciano molto agguerriti, a cominciare dal governatore della California Gavin Newsom, quello dell'Illinois J. B. Pritzker, della Pennsylvania Josh Shapiro, del Michigan Gretchen Whitmer e l'attuale segretario ai trasporti, molto amato dalla base democratica, Pete Buttigieg, che ha cominciato la sua campagna sottotraccia, incontrando la settimana scorsa a New York i giornalisti dei media stranieri.
Secondo membri dello staff di Harris ascoltati dalla Cnn, molti sono convinti che la vicepresidente non potrà pensare di provare entrambe le sfide: o correre per la California o ritentare per la Casa Bianca. Nel primo caso Harris dovrà dichiarare la propria candidatura la prossima estate, il che significa decidere in fretta il proprio futuro, subito dopo il 20 gennaio, giorno dell'inaugurazione di Trump. Secondo alcuni, candidarsi a governatrice sarebbe considerato un "passo indietro" e non potrebbe più riprovare a farlo da presidente, anche perché, nel caso venisse eletta a guidare la California, subito dopo dovrebbe annunciare la sua candidatura alla Casa Bianca e non sarebbe un messaggio rassicurante per i suoi elettori della costa ovest. Lei resta indecisa, ma non vorrebbe eclissarsi e lo stesso Biden, nell'incontro di oggi, gliel'ha ricordato con quel paterno "non pensare di scomparire, bambina".