AGI - È cominciato il Super Tuesday americano, il super martedì elettorale che vede milioni di elettori andare alle urne per scegliere il loro candidato alle presidenziali di novembre. Quindici Stati e un territorio chiamati al voto, con centinaia di delegati in gioco, quelli che andranno a formare le convention estive che eleggeranno il candidato ufficiale del Partito democratico e di quello Repubblicano.
In realtà, nonostante la grande attesa, sarà un appuntamento anomalo, senza sorprese o un briciolo di incertezza: Donald Trump, tra i Repubblicani, e Joe Biden, tra i Democratici, sono certi di vincere in tutti gli Stati, hanno almeno il 70 per cento dei consensi. Bisognerà solo vedere con quali percentuali. Quattro anni fa Biden doveva affrontare molti avversari. Otto anni fa, era toccato a Trump. Adesso, è tutto diverso.
Le incognite provengono dalla dimensione con cui gli americani sceglieranno le due opzioni alternative: tra i conservatori è quella rappresentata dalla moderata Nikki Haley, ex governatrice della South Carolina, staccata nettamente dal tycoon e quasi certa della sconfitta, ma in grado finora di raccogliere il trenta per cento dei consensi.
Haley potrebbe candidarsi da indipendente e togliere voti a Trump, oppure aspettare che qualche notizia arrivi dai quattro processi a cui è atteso il tycoon. Dall'altra, bisognerà vedere quanti saranno coloro che scriveranno sulla scheda "uncommitted", cioè "non impegnati", nel senso non certi di votare Biden se continuerà a mantenere la linea pro-Israele nel conflitto a Gaza.
Non casualmente la maggiore rappresentante della California, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, ha lanciato un duro e inusuale attacco a Israele, parlando di "catastrofe umanitaria" quanto sta accadendo a Gaza. Ieri Harris ha incontrato il rappresentante del Gabinetto di guerra di Israele Benny Gantz ,rappresentante centrista rivale del premier Benjamin Netanyahu. Bastera' a evitare una nuova ondata di "uncommitted", dopo gli oltre centomila registrati alle primarie in Michigan? Difficile.
Le operazioni di voto sono cominciate in Virginia, North Carolina, Maine e altri Stati della costa est, poi si apriranno, con il fuso orario, quelli in Arkansas, Colorado, Iowa, Texas, California e altri. Il territorio interessato è quello delle Samoa Americane, dove si terranno i caucus dei Democratici, le assemblee limitate agli iscritti alle liste elettorali. La California è lo Stato dove si eleggerà il maggior numero di delegati per entrambi i partiti: 424 Democratici e 169 Repubblicani. Segue il Texas, con 244 liberal e 161 conservatori. In Alaska ci saranno solo le primarie Repubblicane.
La scorsa settimana il sondaggio Bloomberg News/Morning Consult ha evidenziato come Biden stia dietro Trump in sette "swing states", quelli che oscillano tra le due opzioni e che sono Arizona, Georgia, Pennsylvania, Michigan, North Carolina, Nevada e Wisconsin. In media Trump guida con il 48 per cento dei consensi contro il 43 del presidente. Sabato, il sondaggio New York Times/Siena College ha registrato il malcontento degli americani verso l'amministrazione americana: la percentuale di persone che "disapprovano fortemente" Biden ha raggiunto il suo massimo, con il 47 per cento.