AGI - “E’ un intervento motivazionale per i ragazzi: avere passione, coraggio e soprattutto dedizione. Parliamo dei giovani come se fossero un problema, in realtà sono i leader di domani”. Mario Cucinella, 63 anni, architetto, designer italiano e docente che ha legato il nome a progetti realizzati in tutto il mondo, dal Nuovo Museo d’Arte di Milano all’Asilo Nido Iride, di Guastalla, ispirato al ventre della balena di Pinocchio, è stato tra i principali relatori della tre giorni di incontri organizzata a New York da United Network, una noprofit italiana che ha portato più di duemila studenti da tutto il mondo, con una larga rappresentanza dall’Italia, a confrontarsi su temi che vanno dall’ambiente allo sviluppo sostenibile.
Cucinella è intervenuto all’Assemblea generale dell’Onu, affollata di giovani “delegati” che per un giorno hanno provato l’esperienza diplomatica al più alto livello. Il suo messaggio motivazione è stato quello di invitare a seguire la propria passione e a far sentire la propria voce, anche se questo appare difficile in un mondo che sembra non ascoltare. “Ci sono stati molti ragazzi che sono venuti a ringraziarmi, a fare domane - ha spiegato in una pausa dei lavori, nella giornata conclusiva - chiedono un po’ di certezze, credo stiano vivendo, più di quanto siamo stati giovani, questi temi ambientali, queste tensioni, con grande preoccupazione”.
“Credo - aggiunge - che il ruolo degli adulti sia quelli di aiutarli ad avere più certezze, di accompagnarli, anche se in realtà hanno un percorso diverso dal nostro”. Si parla di “New Generation”, come messaggio per esaltare l’impatto della nuova generazione. “Sì - commenta l’archistar - ma poi nessuno li ascolta. Parlano gli adulti, ma il soggetto sono i giovani. E allora dico: ma falli parlare. Ecco, una politica di ascolto è veramente importante. I futuri sono tanti e diversi, il loro è diverso da quello di una persona più matura”.
Nella giornata conclusiva Cucinella ha incontrato e conosciuto Martin Luther King III, il figlio di Martin Luther King, l’attivista per i diritti civili ucciso nel 1968. Il figlio dell’icona afroamericana era tra i relatori della convention di United Network. Mlk III ha parlato ai giovani che affollavano la sala al primo piano dell’hotel a due passi da Times Square. “Potete chiamarlo caso - ha detto dal palco dello Sheraton - potete chiamarlo destino o potete chiamarlo volontà di dio, ma il fatto che voi tutti siete qui oggi è perché qualcuno ha visto la vostra leadership potenziale”. “A ognuno di voi - ha aggiunto - è stato detto di ascoltare, ma la cosa più importante da capire della leadership non richiede che uno sia famoso o stia sui giornali o in televisione, ma chiede che facciate un passo avanti e diate la vostra mano a rendere il mondo un posto migliore”.