La lunga serie di guasti agli impianti di riscaldamento in Russia
- Novosibirsk, Siberia
AGI - La rottura di una tubatura a Novosibirsk, in Siberia, dove la colonnina di mercurio è scesa a -25 gradi, ha creato un impressionante geyser di acqua e vapore e privato i residenti del riscaldamento; un incidente che si aggiunge ad una lunga serie di guasti in Russia quest'inverno che hanno messo in luce la fragilità delle infrastrutture. Nelle ultime settimane, molte regioni del Paese hanno subito lo stesso destino, con le loro infrastrutture ormai obsolete che hanno ceduto, mentre il freddo è particolarmente pungente.
La situazione imbarazza le autorità in vista delle elezioni presidenziali di marzo, anche se la rielezione di Vladimir Putin non è in discussione. Nella giornata di oggi, mercoledì, a Novosibirsk, secondo la compagnia elettrica locale, è stato tagliato il riscaldamento a più di 150 edifici. Pochi giorni prima altri disservizi avevano interessato un ospedale e un centinaio di abitazioni della città.
All'inizio di gennaio, nei pressi di Mosca, la metà dei circa 350mila abitanti di Podolsk erano rimasti senza riscaldamento. Alcuni residenti indignati si sono radunati in piazza per chiedere il ripristino dei servizi, secondo il video pubblicato dal canale Telegram Ostorozhno Moskva. "Capisco la giusta indignazione dei residenti", ha ammesso il sindaco Grigori Artamonov sui social network. I problemi del riscaldamento sono un argomento particolarmente delicato in Russia dove, in alcune regioni, l'inverno dura nove mesi.
A causa della mancanza di investimenti nelle infrastrutture, le reti di condotte sono spesso obsolete e fatiscenti. Dalla riforma energetica del 2008, il riscaldamento nelle grandi città è divenuto responsabilità delle grandi aziende. Ma nelle località più piccole questo compito resta assegnato ai Comuni, che non dispongono dei mezzi necessari. Modernizzare questo immenso sistema sarebbe estremamente costoso, soprattutto in un momento in cui la Russia sta dedicando risorse significative alla sua offensiva in Ucraina.
Marat Khusnullin, vice primo ministro russo, ha dichiarato questa settimana che la modernizzazione del sistema costerebbe l'equivalente di 50 miliardi di dollari.