AGI - Se fossero innocui influencer, sarebbero ricoperti d'oro, ma il balzo nel numero dei follower registrato dall'account Telegram di Hamas ha attirato più l'attenzione dei servizi di intelligence di mezzo mondo che quello degli uffici marketing delle aziende. Il gruppo islamista radicale è bandito dai servizi di Meta (Instagram e Facebook su tutti) e di Google, ma non da quelli del social creato da Pavel Durov e da sempre strumento privilegiato tanto dei dissidenti dei regimi totalitari quanto dai gruppi terroristici di ogni estrazione.
E proprio su Telegram, Hamas ha visto passare i propri follower (anche se il termine non è corretto per un servizio di messaggistica) da poco più di 200 mila a quasi 700 mila su un account e da 100 mila a 300 mila su un altro dal 7 ottobre, data dell'attacco contro Israele che ha innescato la guerra tra lo stato ebraico e l'organizzazione islamista.
Durov in un'intervista alla Cnn si è detto dispiaciuto del fatto che il suo servizio sia usato da organizzazioni fondamentaliste, ma d'altro canto è convinto che "il restante 99,9% degli utenti ne faccia un uso legittimo approfittando della crittografia che tutela la trasmissione dei messaggi". Si ritiene che Telegram sia usato da Hamas non solo per radicalizzare e reclutare, ma anche per dare ordini su obiettivi e tempi di attacchi sugli obiettivi israeliani.