AGI - Daria Trepova, la 26enne arrestata per l'attentato di ieri in un caffé di San Pietroburgo in cui è stato ucciso il blogger Vladlen Tatarsky, ha ammesso di aver portato la statuetta imbottita di esplosivo. Lo riferisce la Tass, spiegando che la giovane ne ha parlato in un video fornito dal centro stampa del ministero dell'Interno russo.
"Ho portato una statuetta lì dentro, che è esplosa", ha detto. Inoltre, quando le è stato chiesto perché fosse stata arrestata, Trepova ha detto: "Arrestata, direi, per essere stata sulla scena dell'omicidio di Vladlen Tatarsky". Alla domanda su chi le abbia procurato la statuetta, si è rifiutata di rispondere. "Posso parlartene più tardi", ha detto.
Originaria di San Pietroburgo, Trepova, riferisce la Ria Novosti, è stata espulsa dall'Università statale di San Pietroburgo nel 2019. Numerosi media e canali Telegram hanno riferito che Trepova ha studiato all'Università statale presso la facoltà di Economia.
Mosca accusa Kiev e Navalny
L'attentato sarebbe stato orchestrato dai servizi di sicurezza ucraini e "ha coinvolto agenti che collaborano con la Fondazione anticorruzione" dell'oppositore russo Aleksei Navalny. Lo ha scritto in un comunicato il Comitato nazionale antiterrorismo (NAC).
"È stato stabilito che l'attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini e ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, di cui la detenuta Trepova è un'attiva sostenitrice", si legge nel comunicato.
Il marito: "Daria è stata incastrata"
"Credo che mia moglie sia stata incastrata. Sono abbastanza sicuro che non sarebbe mai stata in grado di fare qualcosa del genere da sola". A parlare al sito Svtv news è Dmitry Rylov, marito di Daria Trepova.
"È' vero", ha ammesso Rylov, "con Daria non sosteniamo la guerra in Ucraina, ma riteniamo che tali azioni siano inaccettabili. Sono sicuro al 100% che non avrebbe mai acconsentito una cosa del genere se lo avesse saputo ", ha detto. Secondo Rylov, Trepova "non ha assolutamente capito lo scopo" del busto, che ha portato a Tatarsky e che, secondo una versione dell'accaduto, è poi esploso.
Il Presidente russo Vladimir Putin è stato immediatamente informato dell'esplosione del caffè di San Pietroburgo come dichiarato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "È stato un attacco terroristico. Voi e io abbiamo visto la dichiarazione del Comitato nazionale antiterrorismo. È in corso una fase attiva delle indagini. Stiamo assistendo a sforzi piuttosto intensi per arrestare i sospetti. Bisogna avere pazienza e aspettare che i nostri servizi di sicurezza facciano le loro prossime dichiarazioni", ha aggiunto.
I media russi affermano che in precedenza, Daria Trepova, era stata coinvolta in azioni non autorizzate contro la campagna militare russa in Ucraina.
L'esplosione è avvenuta allo Street Food Bar n. 1 nel centro di San Pietroburgo, di proprietà di Evgenij Prigozhin, imprenditore del settore della ristorazione e capo del gruppo mercenario Wagner, come lui stesso ha ammesso ieri sera su Telegram.
Il capo del gruppo Wagner è solito prestare il caffè nei fine settimana al Fronte Cyber Z per tenere i suoi eventi nazionalisti sulla campagna militare russa in Ucraina, come nel caso di domenica, quando l'oratore principale era Tatarski, il cui vero nome è Maxim Fomin. Secondo l'Istituto per gli studi strategici (ISD), questo gruppo è una fabbrica di troll utilizzata per promuovere la propaganda russa sui social media.
Chi era Tatarsky
Secondo il media indipendente Meduza, Tatarsky è un blogger e uno dei più famosi corrispondenti militari, che ha guadagnato fama durante la campagna militare russa in Ucraina. È nato nella regione ucraina di Donetsk e ha combattuto nel 2014 nell'autoproclamata repubblica popolare. Ha più di 560.000 iscritti al suo canale Telegram. Tatarsky ha scritto dal fronte in Ucraina e ha acquisito notorietà dopo aver pubblicato un video registrato all'interno del Cremlino lo scorso settembre in occasione dell'annessione di quattro regioni ucraine da parte della Russia. Nel video proclamava: "Sconfiggeremo tutti, uccideremo tutti, deruberemo tutti come necessario. Proprio come piace a noi".
L'attacco al blogger ricorda quello che ad agosto ha ucciso Daria Dughin, figlia del leader del Movimento Neo-Eurasiatico, Alexandr Dughin, considerato vicino al Cremlino. La donna fu uccisa con una bomba piazzata nel sottoscocca della sua auto mentre stava percorrendo una strada fuori Mosca. Le autorità russe hanno accusato i servizi segreti ucraini di essere dietro l'attentato, cosa che è stata fortemente negata dal governo di Kiev.
Lo stesso Dughin ha scritto sul suo social network VKontakte, il Facebook russo, che "(...) uccidono coloro che sono veramente dalla parte di Dio, dello Spirito, della Russia. Sanno cosa è più prezioso per noi e vengono a distruggerlo sul posto". Mentre Dughin non precisò a chi si riferisse, la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha indicato direttamente l'Ucraina come responsabile dell'attacco.
Per l'Ucraina è terrorismo interno
"I giornalisti russi subiscono costantemente minacce di rappresaglie da parte del regime di Kiev e dei suoi ispiratori, che vengono sempre più attuate", ha scritto. Il consigliere dell'Ufficio del Presidente ucraino Mykhailo Podolyak ha twittato che "i ragni si mangiano a vicenda" e ha attribuito l'esplosione al "terrorismo interno come strumento di lotta politica" in Russia.
Secondo il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dietro la bomba esplosa oggi in un bar di San Pietroburgo uccidendo il blogger militare nazionalista noto con lo pseudonimo di Vladlen Tatarsky c'è il terrorismo interno.
Utilizzando la metafora dei "ragni che si mangiano a vicenda dentro a un barattolo", sul suo profilo Twitter Podolyak ha scritto che "nella Federazione Russa inizia". "Quando il terrorismo interno diventerà uno strumento di lotta politica interna?", si è chiesto.