La Guardia Costiera libica spara, morti due migranti
A dare la notizia è l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. I colpi d'arma da fuoco erano diretti contro un gruppo di sudanesi che si stava dando alla fuga. Cinque i feriti Torna l'emergenza sbarchi sulle coste italiane . In 800 via da Lampedusa e Porto Empedocle, dove erano scappati 100 migranti. Altri 49 sbarchi in Sardegna. Rintracciati 140 dei fuggiaschi del centro di Caltanissetta

© Taha Jawashi/Afp - Guardia costiera libica
AGI - Due migranti sudanesi sono stati uccisi, e altri cinque feriti, da colpi d'arma da fuoco sparati da dalla guardia costiera libica ieri notte a Khums, a est di Tripoli. L'incidente è avvenuto durante le operazioni di sbarco di migranti che erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla guardia costiera libica. Lo ha riferito l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in un comunicato, citando la testimonianza del suo personale che era presente sul posto, secondo il quale "le autorità locali hanno iniziato a sparare nel momento in cui alcuni migranti, scesi da poco a terra, hanno cercato di darsi alla fuga".
I cinque migranti feriti sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all'incidente è stata trasferita in centri di detenzione libici. L'Oim ha condannato l'uccisione dei due migranti: "Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili", ha affermato Federico Soda, capo missione in Libia. "L'utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione".
L'Oim ha ribadito che la Libia non è un porto sicuro e ha lanciato nuovamente un appello all'Unione Europea e alla comunità internazionale affinchè si agisca con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili. "È necessario mettere in atto uno sistema alternativo che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri. È altresì necessario che ci sia una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea", si legge in un comunicato.