"Per riportare la pace in Libia ci vuole una missione Ue", dice Di Maio
L'Italia, secondo il ministro, non "può fare da sola" e cita il tentativo "non riuscito" di Turchia e Russia di firmare il cessate il fuoco

Luigi Di Maio
"Penso anche a quello che potremmo fare in Libia, se l'Unione Europea deciderà di mettere in piedi una missione per bloccare l'ingresso di armi in Libia, se con l'Unione europea riusciremo a mettere in moto una missione che ci permette di monitorare l'ingresso di armamenti munizioni e soldati da altre parti del mondo", lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al termine della visita al contingente italiano in Kosovo nell'operazione Kfor.
"Perché solo così possiamo bloccare quel conflitto che, come sapete, prima di tutto sta impoverendo il popolo libico. Il blocco delle esportazioni di gas e di petrolio dalla Libia sta causando un'impoverimento della popolazione libica: perdono ottanta milioni di dollari al giorno. Tra poco non avranno più soldi per pagare alcunché".
Di Maio aggiunge: "E questa è un'emergenza che abbiamo a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. E a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste non c'è solo il fenomeno migratorio, non c'è solo l'instabilità di un Paese. C'è un conflitto e quindi il rischio di proliferazione del terrorismo che, per la difesa del nostro Paese dobbiamo scongiurare con un'azione diplomatica perché la Libia dimostra che le azioni di guerra non producono nient'altro che altra guerra".
"È stata bombardata nel 2011, si decise per quell'operazione scellerata e dopo quel bombardamento ci troviamo qui a distanza di anni e anni a parlare di un conflitto civile che si è trasformato in una proxy war che vede al centro un sacco di stati da tutto il mondo. Quindi il lavoro che deve fare l'Italia è quello di cercare l'unica soluzione possibile, che è quella diplomatica".
"So che nel dibattito italiano c'è sempre chi dice 'l'Italia può fare da sola', ma è un'illusione perché abbiamo visto che anche Russia e Turchia quando hanno provato a far firmare il cessate il fuoco ad Haftar e Serraj non ci sono riusciuti. I paesi che da soli riescono a risolvere un conflitto di quella portata si vedono solo nei film. Noi lavoriamo seriamente invece, insieme a tutta la comunità internazionale, allo sforzo del processo di Berlino, allo sforzo della conferenza di Berlino e domenica avremo la prima riunione".