Dopo l'escalation missilistica e verbale tra il presidente Usa, Donald Trump, e il leader nord-coreano, Kim Jong-un, nel 2018 la Corea del Nord si è seduta al tavolo del dialogo: messa da parte la minaccia dell'arma nucleare, il giovane dittatore ha teso la mano a Seul e a Washington.
Kim è uscito dall'isolamento con l'aiuto delle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud, dove ha spedito una delegazione di atleti, performer e suoi emissari, e ha preparato il terreno per il primo incontro con il presidente sud-coreano, Moon Jae-in: il 27 aprile scorso è giunto a Panmunjom, con la promessa di abbandonare l'arma atomica e di concentrarsi sullo sviluppo economico del Paese.
Dopo la storica stretta di mano con Moon, Kim ha attraversato il confine, prima volta di un leader nord-coreano al Sud dall'armistizio del 1953 che ha posto fine alle ostilità della guerra di Corea.
Il capitolo è tutt'altro che chiuso: la sfida del 'bottone nucleare' e gli insulti ("rocket-man", "vecchio lunatico") hanno lasciato il posto all'impegno per la denuclearizzazione, ma accompagnato dalla richiesta di una contropartita: presentatosi a Pechino, di fronte al presidente cinese, Xi Jinping, Kim ha chiesto "passi sincronizzati e simultanei per la pace" agli Usa di Trump e alla Corea del Sud, ovvero il ritiro delle sanzioni internazionali in risposta agli sforzi di Pyongyang. Washington, invece, vuole mantenere le sanzioni fino a quando non ci saranno prove convincenti dell'abbandono delle armi nucleari.
La distruzione, in assenza di esperti internazionali, del sito di Punggye-ri, dove il Nord ha condotto i suoi sei test nucleari, non ha diradato i dubbi sulle reali intenzioni del regime; e gli impegni di Kim per una "completa denuclearizzazione" appaiono privi di una chiara tabella di marcia.
Il dialogo con Seul ha avuto un nuovo rilancio a settembre, durante l'ultimo incontro tra Kim e Moon, a Pyongyang: le due Coree hanno ridotto i posti di guardia al confine e promettono nuovi collegamenti stradali e ferroviari per unire, un giorno, la penisola al resto dell'Asia e del mondo.
Il principale ostacolo è rappresentato dalle sanzioni, in presenza delle quali Pyongyang potrebbe decidere di riavviare il suo programma di armamenti: immagini satellitari mettono in dubbio le promesse di Kim, e toni minacciosi sono riaffiorati sugli organi di propaganda della Corea del Nord, che nel frattempo ha dichiarato di avere testato una "nuova arma tattica ultramoderna".
L'assenza di progressi concreti non pare, però, turbare Trump. Almeno a parole, il presidente Usa è pronto a dare credito al leader nord-coreano, e un nuovo incontro con Kim potrebbe tenersi già all'inizio del 2019.