Gabriele Del Grande, 35enne blogger lucchese, scrittore, regista, reporter ma non giornalista iscritto all'albo professionale. Il suo nome è legato soprattutto al blog Fortress Europe, il cui ultimo aggiornamento risale a oltre un anno fa e nel quale venivano raccolti e catalogati gli eventi riguardanti le morti e i naufragi dei migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l'Italia.
Il 9 aprile Del Grande viene fermato durante un controllo di sicurezza nella provincia di Hatay, al confine sud-ovest della Turchia, in una zona in cui non è consentito l'accesso: i giornalisti devono essere muniti di accredito stampa rilasciato dalle autorità di Ankara. Lo stato di emergenza in vigore nel paese inasprisce il controllo, specie al confine siriano, dove il regista è stato trovato sprovvisto di tali documenti. Fonti diplomatiche definiscono incerti i tempi del rimpatrio.
L'11 aprile fonti diplomatiche riferiscono che Del Grande sarà espulso. Il blogger è detenuto senza un'accusa formale di reato. Viene trasferito a Mugla, sulla costa egea, in un centro di identificazione ed espulsione, il che lascia ben sperare in una rapida risoluzione del caso.
Il 14 aprile la Turchia fa sapere di averlo spostato in una guest house e il giorno successivo le autorità di Ankara fa sapere che sta bene. La prima telefonata a casa è però solo del 18 aprile: Del Grande annuncia uno sciopero della fame. La Farnesina ne chiede la liberazione e annuncia l'invio del console italiano a Mugla.
Il 19 aprile il blogger inizia uno sciopero della sete e della fame per protestare contro la violazione dei suoi diritti civili. Si stringe il pressing per la sua liberazione. Dal ministro degli Esteri Angelino Alfano arriva una "ferma richiesta di immediato rilascio". I genitori chiedono aiuto: Gabriele è solo, viene continuamente interrogato in quanto il motivo del mancato rilascio sembra dovuto al suo lavoro di scrittore, dicono. La fidanzata aggiunge: è stato fermato solo perchè filmava i profughi. Si moltiplicano le richieste di liberazioni e le iniziative di mobilitazione. L'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini chiede il rilascio.
Il 20 aprile dagli Usa il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiede una soluzione rapida e da Roma il ministro degli Esteri Angelino Alfano annuncia che Ankara ha concesso al giornalista di incontrare all'indomani il console italiano e il legale. Venerdì 21 aprile, a 12 giorni dall'arresto, nove dei quali trascorsi in isolamento, Del Grande incontra il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi e il suo legale turco Taner Kilic. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani esorta alla "fermezza senza interrompere il dialogo" con la Turchia.
Tra le iniziative per chiedere la liberazione del blogger sit-in al Quirinale, a Berlino e a Bruxelles. Il quotidiano Il Tirreno si mobilita con una grande scritta "Gabriele Libero". Vengono poi esposte delle gigantografie sulle sedi della Provincia e del Comune di Lucca. Presidi, fiaccolate e richieste di liberazione da diversi comuni italiani, appelli da numerose istituzioni regionali, provinciali e comunali.
Il 23 aprile Del Grande interrompe lo sciopero della fame e riesce a chiamare la moglie in Italia.
Il 24 aprile Del Grande rientra in Italia.