Oslo - Bufera su Facebook in Norvegia: gli utenti deplorano la censura che il social di Mark Zuckerberg ha operato sulla celeberrima foto della 'Napalm Girl', la bambina vietnamita che corre nuda investita dal napalm. La rivolta è stata animata anche da un utilizzatore "eccellente": il primo ministro norvegese, Erna Solberg, che ha criticato duramente la scelta di Facebook, secondo cui l'immagine viola le regole sul nudo fissate da Zuckerberg.
"Apprezzo il lavoro di Facebook e degli altri media per bloccare le immagini e i contenuti che mostrano maltrattamenti e violenza. E' importante che contribuiamo tutti a combattere la violenza e i maltrattamenti verso i bambini - scrive il primo ministro sulla sua bacheca Facebook - ma Facebook fa un passo falso quando censura fotografie di questo genere. Cio' contribuisce a frenare la liberta' d'espressione". Sempre oggi il maggiore quotidiano del Paese, Aftenposten, ha riprodotto l'iconica fotografia della 'Napalm Girl' sotto il logo di Facebook, accompagnata da una lettera aperta a Zuckerberg firmata dal direttore del giornale, Espen Egil Hansen, e titolata "Caro Marco": "Ti ho scritto questa lettera perche' sono preoccupato per il fatto che il piu' importante mezzo di informazione limiti la liberta' invece di cercare di aumentarla e perche' cio' accade in modo talvolta autoritario".
La replica di Facebook - Facebook mantiene il punto sulla censura alla fotografia della 'Napalm Girl', che ha scatenato polemiche sulla stampa norvegese. Lo fa con una replica, affidata a un portavoce: "Sebbene riconosciamo che questa foto sia un'icona, risulta difficile distinguere in quale caso sia opportuno permettere la pubblicazione di una foto di un bambino nudo", si legge nella nota del social network.
"Cerchiamo di trovare il giusto equilibrio tra il permettere alle persone di esprimersi e il garantire alla community globale un'esperienza che sia sicura e rispettosa. Le nostre soluzioni - conclude il portavoce - non saranno sempre perfette, ma continueremo a cercare di migliorare le nostre policy e il modo in cui le applichiamo".
Lo scatto fu preso l'8 giugno 1972 dal fotografo vietnamita Nick Ut Cong Huynh dell'Associated Press, allora ventunenne, con una Leica Ma e immortalo' la bambina di nove anni Kim Phuc mentre fuggiva sull'Highway 1 ormai rimasta nuda: il vestito fu vaporizzato dal napalm sganciato da un elicottero sudvietnamita e lei stessa era investita dall'acido. Gia' all'epoca, dopo lo sviluppo del rullino all'Ap di Saigon sorsero dubbi se la foto fosse pubblicabile o meno stando alle regole dell'agenzia, ma venne deciso che il valore dell'immagine prevaleva sul resto. E a Nick Ut fu assegnato il Premio Pulitzer. Kim Phuc attualmente e' ambasciatrice dell'Unicef e risiede in Canada dove e' sposata e ha due figli. (AGI)