(AGI) - Londra, 3 nov. - David Cameron vuole evitare unaseconda umiliazione dopo quella subita nell'estate del 2013quando i Comuni votarono a sorpresa contro i raid aerei inSiria, all'epoca contro il regime di Bashar Assad che avevausato i gas contro il suo popolo. Il premier britannico, riferisce il Times, ha preso atto dinon aver i voti necessari in Parlamento per ottenere stavoltail via libera ai bombardamenti contro Isis (lo stessi che dalloscorso anno vengono effettuati in Iraq) per cui non presentera'neanche la mozione per vedersela respingere. Cameron non e' riuscito a convincere un numero sufficientedi deputati laburisti - gliene servivano almeno 40 per esseresicuro - guidati dal radicale/pacifista Jeremy Corbyn, asfidare il loro leader. Cio' per compensare una rivolta disimili proporzioni nel partito conservatore. Su questo tema ilpremier si e' quindi vista annullare la sua risicatamaggioranza di 12 voti. A fermare Cameron anche il rischio di un possibileconfronto nei cieli con i caccia russi da quando, a finesettembre, i jet di Vladimir Putin sono intervenuti a sostegnodi Assad. Ed i rapporti tra Londra e Mosca sono ancora unavolta estremamente tesi. Da ultimo ieri sera la commissione Esteri dei Comuni avevaavvertito il governo dei rischi di procedere con i raid inSiria "senza una strategia internazionale coerente sia persconfiggere Isis che per porre fine alla guerra in Siria". Peri membri della commissione i raid avrebbero "distratto" ilgoverno dal "molto piu' grane ed importante compito" di trovareuna soluzione alla guerra, iniziata a meta' marzo del 2011 alcosto 'ufficiale' di oltre 250.000 morti e di chissa' quantimilioni di profughi. In sintesi, attenti a non ripetere unseconda versione dell'invasione dell'Iraq nel 2003: ossiaabbattere il nemico immediato (Isis come Saddam Hussein) senzapensare al dopo. Quindi ancora una volta, ma non per colpa di Cameron, la"relazione speciale" con Washington sara' messa a dura prova: ijet della Royal Air Force (Raf), non voleranno insieme a quellidi Usa, Francia ed Australia, tra gli occidentali, perschiacciare Isis in Siria. (AGI)