(AGI) - Washington, 30 lug. - Tre laureati della Universita'della Virginia hanno citato in giudizio per diffamazione larivista Rolling Stone per l'articolo in cui veniva raccontatala storia - non accuratamente verificata - di uno stupro dimassa ai danni di una matricola donna, e chiedono unrisarcimento. I tre erano membri della confraternita Phi Kappa Psi esostengono che la rivista fu "negligente" nel pubblicare unarticolo titolato "Uno stupro al campus" scritto da SabrinaRudin Erdely, che apri' un furioso dibattito sulla culturadella tolleranza per le violenze sessuali contro le donne.Rolling Stone avvea chiesto scusa per il pezzo lo scorsodicembre. Nel pezzo scritto a novembre del 2014 si riferiva dellostupro di massa di una studentessa del primo anno ad opera deimembri della Phi Kappa Psi nel 2012. L'articolo "rappresenta un fallimento del giornalismo, deltutto evitabile, un fallimento sistemico che ha coinvolto tuttala catena editoriale della rivista: di chi ha scritto ilservizio, di chi lo ha editato, di chi lo ha controllato e chiha (o meglio avrebbe dovuto) verificare l'autenticita' deifatti (fact-checking)". Cosi' il 6 aprile scorso si espresseSteve Coll, premio Pulitzer e rettore della scuola digiornalismo della Columbia University di New York cui la stessarivista aveva chiesto un 'parere'Dall'inchiesta e' emerso che l'autrice del pezzo non ha maineanche sentito i sette sospetti autori dello stupro di massa.La rivista, per altro, non ha neanche adottato alcunprovvedimento disciplinare contro i responsabili dellapubblicazione dell'articolo, carente di qualsiasi verifica,basato solo sulla testimonianza della presunta vittima. L'editore, Jann Wenner (anche lui citatao in giudizio daitre studenti), aveva deciso anche di non adottare alcunprovvedimento disciplinatre contro la reporter autrice dellastoria ne' contro i suoi superiori che ne approvarono lapubblicazione. Il 23 marzo scorso, peraltro, gia' gli inquirenti dellapolizia di Charlottesville, in Virginia, dove ha sede l'ateneocoinvolto, hanno riferito che la presunta vittima, identificatasolo con il nome di fantasia "Jackie", benche' sia statasentita piu' volta dagli agenti non e' mai riuscita a fornireelementi per sostenere quanto riferito nell'articolo di RollingStone. Prudentemente, per non escludere l'ipotesi che qualcunoabbia fatto pressione sulla presunta vittima, il capo dellapolizia locale Timothy Longo, ha dichiarato che il caso e'"sospeso" ma non "chiuso", per lasciare la porta aperta adnuovi sviluppi ove mai emergessero nuovi elementi. (AGI) .