(AGI) - Roma, 27 mar. - Il giorno dello schianto del voloGermanwings sulle Alpi Francesi, il co-pilota Andreas Lubitznon doveva volare: era in congedo per malattia, ma avevanascosto a colleghi e datori di lavoro la sua condizione. E'quanto reso noto dalla procura tedesca, all'indomani dellaperquisizioni nelle due case del giovane, quella dei genitori,a Montabaur, un'elegante cittadina a nord di Francoforte, e ilsuo appartamento all'ultimo piano di una palazzina residenzialeproprio di Dusseldorf.
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Gli inquirenti hanno trovato "stracciati alcuni certificatidi malattia molto recenti che dicono che non doveva lavorare,anche lo stesso giorno dell'incidente". Nelle case sono statitrovati anche documenti che dimostrano che il giovane era interapia. Non e' stato trovato invece alcun biglietto di addio"ne' indizi che facciano pensare a motivazionipolitico-religiose".
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Dal passato e dalla vita personale del 27enne co-pilotasuicida continuano quindi a emergere dettagli che delineano unapersonalita' molto complessa. Gia' si sapeva che sei anni fa,nel 2009, aveva avuto "un grave episodio depressivo": era statosei mesi in terapia psichiatrica prima di completarela sua formazione da pilota. L'episodio era rimasto agli atti,nella documentazione relativa al giovane, in mano aldipartimento del traffico aereo tedesco sotto il codice 'SIC',che indica la necessita' che l'interessato sia sottoposto a"controlli medici regolari".
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I procuratori di Dusseldorf non hanno chiarito che tipo diproblemi impedissero al giovane di lavorare, ne' tantomenohanno fatto alcun riferimento a una possibile malattia mentale.Ma dalle notizie raccolte dalla stampa tedesca, emerge semprepiu' la figura di un giovane amabile, ma con una passione quasimaniacale del volo (la casa era tappezzata di foto di aerei emateriale Lufthansa) e una storia di depressione, in terapiapsicologica; uno stato forse peggiorato, secondo notizie nonconfermate, dalla rottura del legame con la sua fidanzata, lacompagna di sette anni con cui avrebbe dovuto sposarsi ilprossimo anno.
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Oggi si e' anche saputo che il capitano del volo, PatrickSonderheiner, padre di due figli, rimasto chiuso fuori dallacabina di pilotaggio, tento' di rientrare usando un'ascia chefaceva parte della dotazione di sicurezza.
Intanto, sulle Alpi francesi, per il quarto giornoconsecutivo sono proseguite le operazioni di recupero dellesalme: inquirenti e tecnici specialisti setacciano tra rocce esassi alla ricerca dei corpi e di reperti e di tracce di Dna,lavorando inerpicati su un declivio scosceso e scivoloso. Sicerca soprattutto la seconda scatola nera. (AGI)