(AGI) - Roma, 22 gen. - Gli jihadisti dell'Isis hanno persoslancio e "in alcuni casi" stanno arretrando ma "possiamo faredi piu'", anche sulla comunicazione: e' questo il messaggiolanciato a Londra dal segretario di Stato americano, JohnKerry, al termine della conferenza a cui hanno partecipato i 21Paesi occidentali e arabi piu' impegnati nella lotta all'Isis.Il terrorismo dello Stato islamico "non e' un problema siriano,non e' un problema iracheno, ma e' un problema globale", haricordato il capo della diplomazia Usa. "Questo e' un compitoenorme", ha ammesso Kerry, "ma non sono mancati i risultati inquesti ultimi mesi. Le forze di terra, aiutate da 2.000 raidaerei, hanno gia' recuperato 700 kmq che erano in mano alDaesh", l'acronimo arabo del gruppo jihadista. Il capo della diplomazia americana ha ribadito che lamissione in Siria e in Iraq "non sara' facile, ne' breve". "Nonci stiamo solo concentrando sulla sconfitta dell'Isis, ma cioccupiamo anche di come aiutare le vittime" degli jihadisti, lapopolazione locale che ha bisogno di sicurezza, diinfrastrutture, di aiuti umanitari. Kerry e il ministro degli Esteri britannico Philip Hammondhanno tenuto una conferenza stampa con il premier irachenoHaydar al-Abadi. Alla riunione erano presenti anche il ministrodegli Esteri, Paolo Gentiloni, e l'Alto rappresentante dellapolitica estera dell'Ue, Federica Mogherini. Hammond haaffermato che ci vorra' "un anno o due" per "espellere" l'Isisdall'Iraq. Tra i temi toccati alla riunione c'e' quello dei 'foreignfighters', su cui verra' creato un gruppo di lavoro per loscambio di informazioni sui loro movimenti. Prima dellariunione, Gentiloni ha confermato che anche l'Italia e' arischio "infiltrazioni" da parte del terrorismo jihadista, pureattraverso l'immigrazione, essendo un potenziale obiettivo "peril richiamo dei simboli della cristianita'". (AGI).