(AGI) - Roma, 6 ott. - Gli jihadisti sunniti dello Statoislamico (Isis) hanno issato la loro bandiera nera neisobborghi orientali della citta' di Kobane, al confine traSiria e Turchia. La citta' e' ormai da molti giorni teatro di violentissimiscontri tra i peshmerga curdi e i miliziani islamici. Da oredue bandiere di colore nere, come quelle del CaliffatoIslamico, sono visibili in cima a un edificio di quattro piani,in una zona vicinissima a quella dei combattimenti, adocumentare l'avanzata dell'Isis verso il confine. Anche se ieri notte almeno 20 jihadisti di Isis sono statiuccisi mentre con il favore delle tenebre cercavano di entrarein citta'. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i dirittiumani specificando che i terroristi sono stati fermati daipeshmerga curdi dell'Ypg (Unita' di Difesa del Popolo, ilbraccio armato del Comitato Supremo Curdo del Kurdistansiriano). L'Ypg e' la formazione cui apparteneva anche la donnacurda kamikaze, Arin Mirkan, che si e' fatta saltare ieri inaria vicino a una postazione di Isis, ed anche la 19enne curda,Ceylan Ozalp, che il 3 ottobre vicino a Kobane si era inveceuccisa sparandosi alla testa con l'ultimo colpo piuttosto difinire prigioniera di Isis quando aveva esaurito le munizioni. Stamane invece almeno 30 peshmerga curdi sono morti iacausa di due attentati suicidi nella citta' siriana di Hasakah,non nord-est del Paese, ad oltre 140 km da Kobane. La citta' e' una delle tre principali aeree curde dellaSiria ed e' ormai circondata sul lato orientale, occidentale emeridionale (al nord c'e' la Turchia). Ma come si temeva, senzaun adeguato sostegno militare sul terreno, gli attacchi aereidella coalizione anti-Isis non sono riusciti a fermarel'avanzata jihadista. I curdi lo dicono da tempo: non e'sufficiente bombardare. E oggi l'ex capo del personale delleforze armate del Regno Unito, il generale Sir David Richards,ha definito "senza senso" la scelta di chi ha inviato i cacciaTornado in Iraq senza prevedere una "complementare" strategiadi terra. Intanto i genitori del giovane americano ostaggio deisanguinari jihadisti dell'Isis hanno diffuso alcune foto eparte di una lettera che il figlio ha scritto dalla suaprigionia. Il giovane -un ex soldato americano divenutooperatore umanitario, rapito un anno fa e minacciatonell'ultimo video diffuso dall'Isis di essere il prossimoostaggio decapitato- dice di aver "paura di morire", ma esserein pace con la sua fede. Peter Kassig, che si e' convertitoall'Islam, aggiunge che prega ogni giorno. Kassig ha visto davicino l'orrore della guerra, perche' da soldato era statoinviato in Iraq tra l'aprile e il luglio del 2007. Ma una voltacongedato dall'esercito, nel 2012 aveva deciso di fondareun'organizzazione di aiuto alle vittime dei conflitti armati.E' sparito in Siria da un anno ed ora e' in mano aijihadisti.(AGI).