Un dipinto della Monna Lisa fotografato sopra un camino in un appartamento di Londra negli anni '60. Si tratta di una seconda, autentica, versione dell’opera di Leonardo Da Vinci? A quasi 60 anni da quello scatto, si apre un'aspra battaglia sia sulla proprietà del quadro che sull’identità dell’autore dell’opera.
La “Monna Lisa precedente”, prima di arrivare nel salotto di un appartamento londinese, era custodita all'interno di un caveau della banca svizzera. Nel 2012 la Fondazione Mona Lisa ha rivelato, in un tripudio di pubblicità, che si trattava di un secondo dipinto realizzato proprio da Leonardo da Vinci.
Ma l'organizzazione ha sostenuto di non essere la proprietaria del dipinto: l’opera apparterebbe ad un ignoto consorzio internazionale. Il segretario generale della Fondazione, Joël Feldman, non ha voluto però fornire ulteriori informazioni a tal proposito.
Andrew e Karen Gilbert, proprietari della casa a sud di Londra dove era appeso il quadro, suggeriscono una storia diversa. Loro sostengono di possedere una quota del 25% del ritratto: si parla di un’opera che, se fosse davvero riconducibile a Leonardo, potrebbe valere 450 milioni di dollari.
In questo modo si replicherebbe la storia del Salvator Mundi”, venduto per appena 55 dollari nel 1958, per poi essere acquistato all'asta per 450 milioni di dollari due anni fa da un compratore anonimo.
Un’opera autentica
"Ero scettico ma incuriosito", ha confessato il professor Jean-Pierre Isbouts prima di volare in Svizzera per esaminare il quadro. "Sono entrato nel caveau e ho passato circa due ore davanti al dipinto. Però, già dopo cinque minuti, avevo capito che doveva trattarsi di un Leonardo". Non è stato solo l'aspetto a convincere l'accademico della Fielding Graduate University californiana dell’autenticità dell’opera.
"Giorgio Vasari, il biografo cinquecentesco di Leonardo, sosteneva che Leonardo avrebbe lavorato alla Monna Lisa per quattro anni, per poi lasciarla incompiuta". Questo si concilierebbe con l'aspetto della “Mona Lisa precedente”, che presenta proprio uno sfondo incompleto. Il professor Isbouts sottolinea inoltre che i documenti storici menzionano che Leonardo aveva dipinto la Monna Lisa per due diversi clienti, sollevando quindi la possibilità che egli potesse avere realizzato due ritratti distinti.
(La Gioconda, Museo del Louvre, Parigi. Foto Afp)
Per di più i test scientifici, a detta dell’esperto, confermerebbero la genuinità del quadro. "La scienza ci dice che l’opera in questione è del Cinquecento, e che si tratta sicuramente di una composizione di Leonardo perché la configurazione e la composizione dell’opera è identica a quella della Mona Lisa del Louvre. Inoltre, gli istogrammi mostrano che la 'calligrafia' del dipinto è esattamente la stessa".
Il parere negazionista
Tuttavia, non tutti concordano con questa teoria. “Non si tratta di un vero”, ha dichiarato Martin Kemp, professore emerito di storia dell'arte presso l'Università di Oxford. La BBC ha esaminato sezioni di una copia pre-produzione del libro - curato dal professor Isbouts – “Leonardo Da Vinci’s Mona Lisa: New Perspectives”: il testo è proprio incentrato sulla “Monna Lisa precedente”.
Uno dei collaboratori dello scritto ha sostenuto che alla versione finale del libro sembrano essere stati rimossi dei capitoli. Il professor Isbouts ha però ricordato: “Ho sicuramente modificato alcuni segmenti. Stavo solo cercando di mantenere intatto il senso del testo. Inoltre c'erano due capitoli che, semplicemente, troppo lunghi”.
I traslochi del dipinto
Il quadro è emerso improvvisamente nel 1913, quando Hugh Blaker - commerciante d'arte, critico, collezionista, curatore di musei e drammaturgo - l'ha acquistato in una casa padronale nel Somerset. “Blaker credeva di aver scoperto qualcosa”, ha riferito il professor Robert Meyrick della Aberystwyth University.
Nonostante sia riuscito a rintracciare dipinti autentici di artisti come Rubens, Velázquez, El Greco, Manet, Constable, e Turner, gli affari del commerciante non hanno riscosso sempre successo: ad esempio, non è mai riuscito a vendere la sua Monna Lisa.
Dopo la morte di Blaker, il dipinto è finito nelle mani di un altro mercante d'arte, Henry Pulitzer, che riteneva la “Monna Lisa precedente” più impressionante rispetto alla sua controparte più famosa.
Ma Pulitzer, da solo, non poteva convincere il mondo che si trattava in un autentico Leonardo.
“Per promuovere la sua verità ha iniziato a sborsare un sacco di soldi”, ha sottolineato Andrew Gilbert.
La battaglia dei Gilbert
La famiglia Gilbert conosceva Pulitzer. Alla BBC aveva mostrato una serie di documenti che dimostrano che nel 1964 aveva comprato una quota del 25% del dipinto che poi era finito appeso nel suo soggiorno.
Il presidente della Mona Lisa Foundation a luglio aveva dichiarato che l’affermazione dei Gilbert non aveva fondamento. Per sua risposta, la famiglia ha richiesto, per supportare la causa, l’assistenza di Christopher Marinello, CEO e fondatore di Art Recovery International, noto come “Sherlock Holmes dell’arte”.
“Abbiamo recuperato circa 510 milioni di dollari di opere d’arte. Siamo tuttora coinvolti in alcuni dei più grandi casi di ritrovamento di dipinti, e ne siamo orgogliosi”, ha dichiarato Marinello alla BBC. "Per quanto mi riguarda, questa è una semplice questione di clienti che hanno un contratto d'acquisto”.
Grazie a Marinello i Gilbert hanno avviato un procedimento legale contro la Fondazione Mona Lisa. Prima dell'udienza di questa settimana, l'avvocato dei Gilbert, Giovanni Protti, ha definito il caso come il “più complicato e interessante su cui abbia mai lavorato. Abbiamo dovuto notificare un mandato di comparizione in molti paesi del mondo."
Dopo l’udienza di martedì, Karen Gilbert ha riferito: "La Mona Lisa Foundation ha dichiarato di fronte al giudice che la Mona Lisa Corporation con sede ad Anguilla (Caraibi) è la vera proprietaria del dipinto”.
Nonostante nulla porti a dubitare della buonafede della Fondazione né del consorzio internazionale (reso noto solo ora) “l’isola caraibica, territorio britannico d'oltremare, è famosa per il suo modo discreto di fare affari”, ha scritto la BBC.
La verità sulla “Monna Lisa precedente” tarderà ancora un po’ ad arrivare. Sicuramente almeno fino alla prossima udienza, attesa per marzo.