Un incendio alle porte di Berlino sta facendo esplodere i residuati bellici sottoterra

L'aumento della temperatura globale sta rendendo gli incendi boschivi un'evenienza più frequente. Dopo i roghi che nelle scorse settimane hanno devastato Grecia e California, ora tocca alla Germania, dove da ieri 400 ettari di foresta intorno a Berlino sono in fiamme. Si tratta - secondo Deutsche Welle - di uno dei più vasti incendi boschivi registrati nel Paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E a rendere l'emergenza ancora più grave è il numero imprecisato di ordigni sovietici sepolti nell'area, che durante l'occupazione postbellica veniva utilizzata dai russi per esercitazioni militari.

Dietmar Woidke, il governatore dello Stato di Brandeburgo, il cui territorio include la municipalità di Berlino, ha avvertito che i residuati costituiscono un "pericolo enorme" per i pompieri impegnati nelle operazioni di spegnimento. "Qua nel Brandeburgo abbiamo una situazione molto speciale", ha spiegato, "abbiamo un'area di 100.000-120.000 ettari che contengono vecchie munizioni nel terreno. Ovviamente si tratta di un pericolo enorme in caso di incendio boschivo perché impedisce ai vigili del fuoco di raggiungere i roghi".

Alcuni ordigni sono già scoppiati, a quanto si evince dalle testimonianze di alcuni cittadini che hanno riferito alle forze dell'ordine di aver sentito dei boati compatibili con una detonazione provenire dalle aree devastate dei roghi, riferisce ancora la testata tedesca. Circa seicento persone residenti in tre villaggi limitrofi sono state evacuate.

Benché la maggior parte degli ordigni sottoterra sia presumibilmente troppo deteriorata per esplodere a causa delle fiamme e delle elevate temperature, simili incidenti sono tutt'altro che infrequenti. Lo scorso 27 luglio uno delle centinaia di piccoli incendi che hanno interessato le foreste dell'area nelle ultime settimane causò, nei pressi di Potsdam, l'esplosione di diverse testate, complicando il lavoro dei pompieri.