La nomina del brigadier-generale iraniano Ismail Ghaani a successore di Qassem Soleimani come capo delle Forze Quds dei Guardiani della Rivoluzione era la più ovvia trattandosi del suo vice, anche se non ha sicuramente né lo spessore, né il carisma del "Comandante ombra".
Se da un punto di vista politico il 62enne Ghaani, nativo di Mashhad e coetaneo di Soleimani, garantisce la necessaria continuità, il suo profilo è completamente diverso da quello del generale. Come ricorda l'analista e direttore dell'IGS Nicola Pedde, "Soleimani aveva guadagnato rispetto e persino popolarità anche grazie alla sua discrezione, al suo basso profilo, al fatto che raramente si esprimeva su questioni diverse da quelle che gli attenevano, come le dinamiche interne all'Iran", motivo per cui poteva avere la stima anche di chi non condividesse le scelte di politica estera iraniane.
Oltre a non avere la visione strategica di Soleimani, Ghaani è molto più organico all'establishment dei Pasdaran e meno indipendente del suo predecessore, capace di superare le resistenze degli apparati militari alla sua visione di una sorta di "guerra fredda" con gli Stati Uniti in Iraq.
Ghaani è più incline "ad esprimersi a cuor leggero su diverse questioni, spesso con toni incendiari, in totale controtendenza" rispetto a Soleimani con cui condivide soprattutto la comune esperienza della sanguinosa guerra tra Iran e Iraq negli anni '80. Abbondano online le sue dichiarazioni contro Israele, oltre che quelle a sostegno dell'alleato siriano Bashar al Assad.
Fu proprio Ghaani, due anni fa, a rivolgersi al presidente americano Trump sulle emittenti locali, per rispondere alle prospettive di guerra agitate da Washington: "non siamo un paese guerrafondaio, ma qualunque azione militare contro l'Iran verrà rimpianta. Le minacce di Trump contro l'Iran danneggeranno gli Stati Uniti", aveva continuato Ghaani, "ne abbiamo visti passare molti come Trump, sappiamo come combattere l'America".
Secondo il giornalista Nawal Seyed, Ghaani all'interno delle Quds Forces dell'Irgc si occupava soprattutto di questioni amministrative, come quelle relative agli stipendi dei miliziani inquadrati nel Corpo speciale e nelle milizie estere affiliate, dall'Africa al Libano.
È vice comandante delle Quds Forces dal 1997, nello stesso periodo in cui fu nominato suo superiore Soleimani. In AfGhaanistan, invece, Ghaani avrebbe operato a sostegno del Fronte nazionale per la salvezza, noto anche come Alleanza del nord, contro i Talebani alla fine degli anni '90.
Nell'edizione del 1993 dell'Atlante del fondamentalismo islamico, di Mohammed Mohaddessin, appare un primo riferimento documentato di Ghaani, definito come capo del Quarto Corpo Ansar, responsabile delle attività dei Guardiani della Rivoluzione in AfGhaanistan, Pakistan e Repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale.
Al Dipartimento di Stato americano è già noto, e nel marzo 2012 era stato inserito nella lista dei soggetti internazionali sotto sanzioni per il Dipartimento del Tesoro, accusato di sostegno ad attività terroristiche per conto delle IRGC, designate da Washington come una formazione terroristica.
Alcune fonti non confermate sostengono che uno dei suoi figli, Ali Ghaani, studente di ingegneria elettrica a Mashhad, abbia partecipato alle proteste del 2009 contro i presunti brogli elettorali che portarono alla rielezione di Ahmadinejad (e alle proteste dell'Onda verde poi represse nel sangue).