In Turchia gli attivisti vengono spiati grazie a dei finti link su Twitter, tramite i quali vengono diffusi dei malware governativi. A rivelarlo è l’organizzazione Access Now, che ha pubblicato un report nel quale denuncia l’uso di software di spionaggio prodotti di FinFisher, azienda specializzata in spionaggio informatico.
Dalle primavere arabe in poi non è strano che le proteste inizino sul web, per poi sfociare in pubbliche dimostrazioni. Così, a un anno dal tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016, sui social network si è tornato a parlare di quei convulsi giorni nei quali Istanbul è stata assediata e occupata con i carri armati. Ma tra i commentatori, alcuni prolifici falsi profili hanno approfittato della situazione per diffondere falsi link, mischiati a slogan e richiami all’oppressione da parte del governo. Trappole per gli attivisti, che premendo sui link avrebbero installato i software di spionaggio sui propri dispositivi.
"L'uso ampio e aggressivo dello spyware per colpire le persone coinvolte nel movimento March for Justice in Turchia fornisce una rara finestra sull'attuale implementazione di FinFisher", si legge nel documento di Access Now. "Questo ci fornisce nuovi indizi e modelli di comportamento su come i social media vengono utilizzati in combinazione con i malware", ha aggiunto l'organizzazione. Il software di spionaggio sarebbe in grado di leggere la posta, i messaggi e la rubrica di chi viene colpito, oltre a trasmettere screenshot del telefono e spiare le telefonate.
Secondo Access Now ci sono prove che metodi simili siano stati usati anche in Indonesia, Ucraina e Venezuela.