Non potrà tornare in volo ancora per un po' di tempo il Boeing 737 Max, velivolo coinvolto negli incidenti avvenuti in Indonesia e in Etiopia. È la CNN a sostenerlo e la notizia è stata poi confermata, come scrive La Repubblica, dalla FAA, la Federal Aviation Administration. L’agenzia federale non sarebbe entrata nei particolari tecnici del difetto riscontrato ma secondo IlSole24Ore “fonti vicine al caso hanno affermato che nella bufera sono un microprocessore e il suo software. La tecnologia in questione - prosegue il quotidiano milanese - è separata dal sistema di stabilizzazione - l'Mcas - messo sotto accusa per il suo cattivo funzionamento e che avrebbe giocato un ruolo cruciale in due disastri aerei a distanza di pochi mesi, in Indonesia e Etiopia, costati la vita a quasi 350 persone. Quelle due tragedie hanno portato al blocco a terra dei velivoli e alle inchieste ancora aperte. Il microprocessore finito oggi sotto esame è tuttavia collegato allo Mcas: serve ai piloti nell’ambito di procedure di emergenza volte a sopperire a eventuali errori del meccanismo automatico di stabilizzazione”.
Al momento comunque non appare chiara la situazione riguardo tempi e modalità di riparazione del velivolo, se basterà intervenire sul software o invece sarà necessario sostituire l’intero microprocessore, cosa che costerebbe molto di più in termini di tempo e di soldi. L’azienda comunque ha fatto sapere che non eseguirà al momento altri test con il 737 Max per sollecitare un nuovo permesso a tornare in cielo. Nel frattempo le tre maggiori compagnie aeree statunitensi, United, American e Southwest, non hanno considerato l’utilizzo dell’aereo almeno fino a settembre, prendendosi in carico la cancellazione di circa 1900 voli.