Il caffè che si beve a Pechino nella grande redazione del 'Quotidiano del popolo', organo ufficiale del Partito comunista cinese, viene da Campobasso. È il caffè Camardo. Il nome, nel capoluogo molisano, è conosciuto dagli anni Venti. Quando dal piccolo laboratorio di via Marconi si accendevano i forni, gli anziani ricordano che il corso della città era invaso dal profumo forte e deciso dei chicchi tostati.
Il salto ad impresa industriale avviene nel 1951 ed oggi l'azienda conta 40 dipendenti diretti e un fatturato aggregato poco sotto dei 10 milioni di euro. Una delle tante piccole, 'grandi' imprese italiane che, anche durante la crisi, non ha mai smesso di crescere e di espandersi all'estero, grazie alla capacità di cogliere le tendenze, gli orientamenti del mercato. Ma anche sfruttando le potenzialità di incontri casuali, come accaduto in Asia.
"A Pechino - racconta Roberto Tomaro, responsabile estero della Camardo - da anni vendiamo caffè ad una imprenditrice cinese, che ha voluto fortemente in licenza il nostro marchio. Pechino è una citta' estesa e complessa e quindi abbiamo deciso di non seguire direttamente le gestioni di una decina di caffetterie. Dall'AGI apprendo, con piacere, che siamo anche nel palazzo del 'Quotidiano del popolo'. Per il momento non inseguiamo i numeri, ma ci basta la visibilita'".
Un'altra fortuita occasione ha portato l'azienda di Campobasso in Corea del Sud, dove il caffè Camardo è stato preferito ai marchi più noti. "Ero a Seul per una fiera - ricorda Tomaro. - Fui avvicinato da un signore che, per più giorni, visitò il nostro stand. Voleva sapere tutto sul caffè italiano, sul cappuccino, le dosi, le macchine. Devo confessare che non gli diedi molto peso. Al rientro in Italia fui contattato da un nostro rivenditore, che mi chiese di tornare subito a Seul. All'aeroporto trovai lo sconosciuto con l'autista. Mi fece fare un giro tra le sue proprietà per accreditarsi come persona seria e solida finanziariamente. Da lì nacquero altri venti caffetterie, alle quali abbiamo concesso in uso il nome Camardo".
Cina e Corea non sono i soli mercati esteri dell'azienda molisana, come racconta Tomaro: "Siamo poi presenti anche in Bahrein, con altri tre coffee shop, ma il nostro caffè lo vendiamo un po' dappertutto: Autralia, Stati Uniti, Grecia, Spagna, Repubblica Ceca, Canada, Inghilterra, cioè dove troviamo le condizioni per far apprezzare le nostre caratteristiche". Il caffè Camardo non esclude di allargare ancora di più i suoi confini: "Nel nostro packaging le scritte sono stampate in 16 lingue. Possiamo aggiungerne altre in qualsiasi momento", assicura Tomaro.