Puigdemont è "pronto a incontrare Sanchez"

Lo ha detto all'AGI lo stesso ex presidente della Generalitat della Catalogna sottolineando che "i catalani sono essenziali per evitare un governo di centro destra

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JULIEN MATTIA / NURPHOTO 
Puigdemont (Afp) 

"Sono disponibile a incontrare Sanchez". Lo ha detto Carles Puigdemont in un'intervista all'Agi. "I catalani sono essenziali per evitare un governo di destra in Spagna", ha detto Puigdemont poco prima di entrare al Parlamento europeo dopo la sentenza di ieri sull'ex vicepresidente catalano, Oriol Junqueras. Sulla Catalogna "il compromesso è sempre stata la prima opzione. La porta resta aperta", ha spiegato Puigdemont.

Oggi il leader socialista Pedro Sanchez si trova davanti a "una scelta": continuare come prima o "riconoscere che c'è un problema catalano che ha bisogno di una soluzione politica", ha spiegato Puigdemont all'AGI. Secondo l'ex presidente della Generalitat, c'è tuttavia il rischio che nel Partito socialista prevalga la "vecchia guardia" favorevole a un governo costituzionale con il Partito Popolare. "I socialisti sono divisi. Alcuni dicono di dialogare sulla Catalogna. Ma alcuni della vecchia guardia sono per la grande coalizione con la destra", ha spiegato Puigdemont, dicendosi disponibile a un "compromesso" con i socialisti che si fondi "sul rispetto della volontà dei catalani di decidere il loro futuro".

Puigdemont ha anche denunciato un clima sempre più nazionalista e euroscettico a Madrid, con una crescente influenza dell'estrema di Vox anche sugli altri partiti. Dentro Vox, nel Partito popolare, ma anche anche in alcuni settori del Partito socialista "la sacralità della patria è più importante dei diritti umani", ha spiegato: "hanno fatto progressi sui diritti sociali, ma sull'unita della Spagna sono rimasti alle idee di Franco".

Secondo Puigdemont, la sorte riservata agli indipendentisti catalani; compresa la decisione ieri di sospendere l'attuale presidente della Generalitat, Quim Torra dimostrano la mancanza di indipendenza della magistratura. "In Spagna si può espellere un presidente della Catalogna per le sue idee politiche", ha detto. La sentenza di ieri della Corte di giustizia dell'Ue sull'elezione e l'immunità di Oriol Junqueras, invece, "dimostra ai cittadini che a livello europeo c'è chi garantisce la democrazia". "In questo senso c'è speranza: ci sono dei giudici disposti a combattere l'onnipotenza dei governi e degli Stati".

Oggi Puigdemont ha fatto il suo ingresso al Parlamento europeo, dove gli è stato riconosciuto lo status di deputato a seguito della sentenza su Junqueras. A inizio legislatura l'Europarlamento non aveva riconosciuto come deputati eletti l'ex presidente della Generalitat catalana e un altro ex ministro del governo indipendentista, Toni Comin, in quanto la Spagna non avevano convalidato la loro elezione per il mancato giuramento sulla costituzione spagnola. L'ingresso al Parlamento europeo e il riconoscimento del suo status di deputato "è la vittoria di fronte a una Spagna che ci vorrebbe rinchiusi in prigione", ha detto Puigdemont.

"Ora la prossima tappa è di ottenere la liberazione di Junqueras. È chiaro che sono violati i suoi diritti. Ha l'immunita' e e' in prigione. Junqueras eè sequestrato" dalle autorità spagnole, ha denunciato Puigdemont, esprimendo anche il desiderio di rientrare in Catalogna "il piu' presto possibile" per visitare la madre, dopo il decesso del padre lo scorso mese. Ma per il momento non usera' la sua immunita' per rientrare perche' il rischio e' troppo alto che sia arrestato dalle autorita' spagnole. "Per Natale una parte della mia famiglia arrivera' domani", ha detto Puigdemont. 



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