di Maurizia Sacchetti
Napoli, 25 ago. - Ouyang Xiu (1007-1072), raffinato poeta, scrittore e sostenitore del movimento letterario classico (kuwen), noto storico e potente politico, ricopre alti incarichi governativi e sostiene una serie di riforme sull'amministrazione dello stato proposte insieme a Fan Zhongyang (989-1050). Queste proposte ebbero alterne fortune e Ouyang Xiu sarà esiliato in lontane zone dell'impero. Nel 1149 è trasferito a Chuzhou, nello Anhui, a cento chilometri a ovest di Nanchino con il ruolo di prefetto. Ed è in questi luoghi che Ouyang Xiu, già riconosciuto scrittore e storico erudito (autore della Storia delle Cinque Dinastie) sviluppa un'ampia produzione poetica che amerà condividere con scrittori e poeti con i quali intrattiene un'ampia corrispondenza anche in versi.
Spirito edonistico e squisito anfitrione amante della vita, dell'arte e dell'ebbrezza, organizza incontri letterari nel Padiglione Pingshan da lui fatto costruire su un'altura panoramica nelle vicinanze di un ruscello. In estate Ouyang Xiu vi si recava all'alba in compagnia di amici. Nel Padiglione si disponevano mille fiori di loto. Uno alla volta venivano fatti circolare tra gli ospiti, ognuno ne staccava un petalo, colui che restava con l'ultimo beveva dalla coppa offerta da fanciulle e cantanti che allietavano la riunione e componeva versi su arie musicali a tema atti ad essere suonati sul Qin dalle sette corde di seta, l'antico strumento amato da letterati ed artisti. A notte, al ritorno in città si godeva del paesaggio illuminato dalla luce della luna.
Nella produzione letteraria di Ouyang Xiu non mancano riferimenti alle riunioni nel Padiglione Pingshan come in queste due quartine che egli intitola "Escursione primaverile al Padiglione della Gioia e dell'Abbondanza" e nel saggio in prosa "Il Padiglione del Vecchio Ubriaco":
"Escursione primaverile al Padiglione della Gioia e dell'Abbondanza":
Alberi verdi, intrecciati,
canto di uccelli sul colle.
Brezza gentile, ondeggiante,
volo di fiori caduti.
Canto di uccelli, danza di fiori,
mi ubriacano.
Domani, al risveglio,
primavera è già svanita.
Pallide nubi primaverili
sole splendente.
L'erba sfiora gli abiti,
carezza di aerei semi.
A ovest del Padiglione,
ecco il Prefetto
Che in palanchino ritorna, ebbro,
fiori sulla testa.
Ouyang Xiu ha costruito queste due quartine seguendo uno schema apparentemente semplice ma in realtà volutamente sofisticato. Egli si serve dei primi due versi per indurre nel lettore una predisposizione ad uno stato d'animo che raggiungerà la massima tensione negli ultimi due versi. Nel primo distico non vi è narrazione di avvenimenti, viene tratteggiato un paesaggio sfumato, che nessun dettaglio determina con chiarezza; l'immagine viene suggerita al lettore che la ricompone intuendo l'essenza del paesaggio secondo la sua personale esperienza estetica. Per contro il terzo e quarto verso introducono la vera e propria argomentazione. Se nel primo distico Ouyang Xiu riesce a dare un'immagine di serenità - con il colore degli alberi e il canto degli uccelli in uno stato d'animo gioioso - nel terzo verso l'atmosfera serena creata dalla danza dei fiori viene interrotta. Si entra nell'incoscienza dell'ebbrezza. Breve? Lunga? Profonda? L'accurata e ricercata economia di parole non suggerisce altro, ma ciononostante è sufficiente per comunicare l'angoscia del tempo che passa, l'ansia collegata al divenire. L'ebbrezza vissuta da Ouyang Xiu appare un'estensione di sé, un stato di confusione che contribuisce a creare un intimo contatto con la natura che lo circonda e che favorisce l'aggregazione e le relazioni umane. In altre composizioni, come nel "Il Padiglione del Vecchio Ubriaco", egli ha chiaramente indicato che la sua ebbrezza, sebbene si manifestasse attraverso l'alcol era effetto della natura che lo circondava: "Non è il vino il reale interesse del Vecchio Ubriaco, è nei monti e nei corsi d'acqua e la gioia che essi danno raggiunge il cuore e si manifesta nel vino".
Nel quarto verso, infine, l'autore introduce il soggetto che porterà all'espletamento del suo pensiero: una persona, in questo caso Ouyang Xiu stesso sotto le spoglie di Prefetto di Chuzhou, che nell'incoscienza dell'ebbrezza si accorge solo al risveglio che la primavera è già passata. Una primavera fuggente e idilliaca, senza tristezza poiché vi è coscienza di aver goduto di essa e con essa. Il dramma del tempo che scorre viene goduto attraverso primavere fiorite e autunni danzanti che si susseguono anno dopo anno nell'immagine suggerita nell'ultimo verso della seconda quartina dal Prefetto stesso che "in palanchino ritorna, ebbro, i fiori sulla testa."
Sono versi apparentemente descrittivi, più che a narrare la realtà tendono piuttosto a creare uno stato d'animo. Ouyang Xiu parla senza esplicitare tutto ciò che ha da dire lasciando spazi vuoti e tempi indefiniti. È un linguaggio frantumato in cui il non detto viene comunque veicolato attraverso il tono lirico e le parole hanno, al di là del canto di seduzione, infiniti silenzi.
Nel breve saggio "Il Padiglione del Vecchio Ubriaco", Ouyang Xiu ripropone in prosa i temi trattati nei versi; in alcune frasi descrive ciò che nei versi ha appena accennato, ciò che ha lasciato all'intuizione del lettore e vi narra di una festa offerta dal Prefetto alla popolazione di Chuzhou. Descrive l'abbandono assoluto nell'alcol che favorisce la comunicazione non solo verbale ma anche corporea, coinvolge quindi l'essere nella sua interezza.
"Il Padiglione del Vecchio Ubriaco"
"Tutt'intorno a Chuzhou vi sono montagne e vallate, le vette e i boschi a sud ovest sono particolarmente belli. Quel monte che si vede lontano, lussureggiante ed elegante, è il Langye. Se ci si inoltra nel monte per sei o sette li, poco a poco si comincia a percepire il mormorio dell'acqua: è la sorgente Niang che sgorga tra due cime. Lì, ad una svolta del sinuoso sentiero di montagna, sulla sorgente vi è un padiglione dal tetto ad ali, è il Padiglione del Vecchio Ubriaco. Chi lo ha costruito? Zhi Xian, un bonzo del monte. Chi gli ha dato il nome? Il Prefetto, alludendo a se stesso.
Il Prefetto veniva qui a bere con gli amici ed essendo egli il più grande di età ed ubriacandosi già con poche coppe di vino definì se stesso Vecchio Ubriaco. Tuttavia il reale interesse del Vecchio Ubriaco non è nel vino, è nei monti e nei corsi d'acqua, e la gioia che essi danno raggiunge il cuore e si manifesta nel vino.
Fiori di campo sbocciano in un delicato profumo; alberi belli, rigogliosi, danno ampia ombra; vi è vento e brina purissima e dall'acqua limpida affiorano le rocce; sono le quattro stagioni del monte. Se si va all'alba e si torna all'imbrunire si gode della gioia infinita dei paesaggi diversi di ognuna delle quattro stagioni.
Lungo il sentiero i portatori cantano, i gitanti sostano sotto gli alberi, chi è avanti chiama, da dietro si risponde; vi sono anziani e bambini in un andirivieni senza interruzione: è la gente di Chuzhou in gita. Vicino al ruscello si pesca, lì dove l'acqua è profonda e i pesci sono grossi, alla sorgente Niang si prepara il vino perché l'acqua gelida della fonte rende il vino profumato. E vi è verdura selvatica e cibo del monte, tutto ben assortito e ben disposto. È la festa del Prefetto.
L'allegria della festa non è negli strumenti a corda o a fiato, è in coloro che tendono l'arco, che vincono a scacchi, che si scambiano coppe e gettoni. In piedi o seduti c'è un gran vociare, gli ospiti sono allegri. Quello dalla faccia livida e dalla testa bianca che crolla in mezzo a loro è il Prefetto, ubriaco.
In ultimo il sole al tramonto tocca le montagne e le ombre degli uomini si sparpagliano in disordine: è il Prefetto che ritorna, seguito dai suoi ospiti. Il bosco si copre di ombre, risuona ovunque cinguettio di uccelli, i gitanti partono e gli uccelli sono felici. Tuttavia, anche se gli uccelli conoscono la gioia dei boschi e dei monti non conoscono però la gioia dell'uomo.
Allo stesso modo, gli uomini che conoscono la gioia di andare in gita con il Prefetto non conoscono il gioire del Prefetto alla loro gioia. Chi è il Prefetto? È Ouyang Xiu di Lu Ling".
Attualmente "Il Padiglione del Vecchio Ubriaco" si trova all'interno di un parco pubblico di Chuzhou, conserva il nome originale e l'iscrizione che Ouyang Xiu stesso volle inserire nel suo Padiglione:
"A quaranta anni non si è vecchi.
Ma ho scritto Vecchio Ubriaco
poiché nell'ebbrezza, nell'oblio completo
come ricordare i miei anni?"
Maurizia Sacchetti
già docente di Lingua e Cultura della Cina all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
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