A cura di AgiChina
Pechino, 21 feb. - Sergio Mattarella e' atterrato a Pechino per una visita di Stato e tocchera' anche Shanghai, Chongqing e Xian. Ad attenderlo all'aeroporto, sotto una nevicata che ha imbiancato la capitale cinese, una delegazione governativa e un bambino con un mazzo di fiori. Il presidente della Repubblica, che domani incontrera' il presidente cinese Xi Jinping, ripartira' domenica prossima. Proponiamo ai lettori uno speciale sulle relazioni Italia-Cina.
ROMA E PECHINO SULLA VIA DELLA SETA
di Eugenio Buzzetti
Pechino, 20 feb. - Una bilancia commerciale che riduce il passivo per l'Italia e un rilancio da parte cinese dell'iniziativa "Belt and Road" di sviluppo infrastrutturale tra Asia ed Europa. Sono solo alcuni degli elementi che caratterizzeranno la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Cina, dal 21 al 26 febbraio prossimo, in uno scenario internazionale caratterizzato dall'arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump e da quelle "incertezze" lamentate a piu' riprese da Pechino che si accompagnano all'imprevedibilita' del nuovo presidente degli Stati Uniti, alla Brexit e alle elezioni in diversi Paesi europei.
Gli ultimi numeri sull'interscambio commerciale relativi ai primi undici mesi del 2016, riferiti dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, e dal presidente dell'agenzia Ice, Michele Scannavini, parlano di un recupero di posizioni dell'Italia rispetto alla Cina: nei primi undici mesi dello scorso anno, l'Italia ha ridotto il deficit della bilancia commerciale che scende sotto i dieci miliardi di dollari, grazie a un aumento delle esportazioni (+4%) e una diminuzione dell'import (-3%) rispetto al 2015. L'Italia cresce in Cina, e la Cina diventa un Paese sempre piu' strategico per l'Italia, come lo ha definito lo stesso Scalfarotto, a Pechino il mese scorso, in occasione del terzo raduno degli imprenditori italiani nel gigante asiatico organizzato dall'Ambasciata d'Italia in Cina, che si e' tenuto allo Yanqi Lake, a nord della capitale cinese. La crescita e' accompagnata anche da alcuni problemi, come le questioni relative alla proprieta' intellettuale e i problemi di accesso al mercato interno cinese, ma il 2016 ha segnato un balzo in alcuni settori che hanno dato buoni risultati, quattro su tutti: farmaceutico, automotive, arredamento e agroalimentare, compreso il vino, che ha segnato un forte aumento delle esportazioni verso la Cina, come certificato anche dagli ultimi dati di Nomisma Wine Monitor, che vedono una crescita nel valore delle esportazioni del 39% rispetto all'anno precedente.
La visita del presidente Mattarella in Cina sara' anche l'occasione per fare il punto sull'iniziativa di sviluppo infrastrutturale di iniziativa cinese tra Asia ed Europa "Belt and Road", che proprio nelle ultime settimane (e negli ultimi giorni) ha segnato un nuovo capitolo. La nuova via della Seta, altro nome con cui l'iniziativa era stata lanciata a settembre 2013 da Xi, sara' al centro del primo forum per la cooperazione internazionale all'interno del progetto "Belt and Road", in programma a Pechino il 14 e il 15 maggio prossimi. Alla due giorni pechinese e' prevista la presenza di almeno venti rappresentanti di altrettanti Paesi, secondo quanto dichiarato al quotidiano China Daily dal consigliere di Stato Yang Jiechi, il diplomatico piu' alto in grado nella gerarchia cinese: tra i leader che parteciperanno al forum e' previsto l'arrivo del presidente russo, Vladimir Putin, e tra gli ospiti potrebbe esserci, secondo le ultime indiscrezioni provenienti da Londra, anche il primo ministro britannico, Theresa May. Pechino ha voluto sottolineare ufficialmente il carattere inclusivo dell'iniziativa: "la via della Seta", specifica il governo cinese sul proprio sito web, "e' stata proposta dalla Cina, ma non e' un assolo della Cina. Un'analogia migliore e' quella di una sinfonia suonata da un'orchestra composta di tutti i Paesi che vi partecipano". Cooperazione, dunque, a livello internazionale per migliorare la governance globale, un concetto caro al presidente cinese, Xi Jinping.
All'interno dell'iniziativa "Belt and Road" sono attesi nuovi sviluppi sul piano degli investimenti. Proprio ieri, il capo della Safe (State Administration of Foreign Exchange) Pan Gongsheng, aveva chiesto agli investitori cinesi di non avere un approccio "irrazionale" e "cieco" negli investimenti all'estero: gli investitori devono concentrarsi, invece, su accordi e partnership industriali a livello internazionale e convogliare le risorse all'interno dell'iniziativa di sviluppo infrastrutturale tra Asia ed Europa lanciata da Xi. Il tema degli investimenti cinesi all'estero, che lo scorso anno hanno raggiunto quota 170 miliardi di dollari, secondo gli ultimi dati pubblicati dall'agenzia Xinhua, con una crescita del 44,1% rispetto al 2015, e' tornato di attualita' a fine novembre scorso, quando Pechino ha deciso una serie di misure per limitare le fuoriuscite di capitali. L'iniziativa "Belt and Road" puo' essere uno degli sbocchi principali per gli investimenti cinesi e per l'attrazione degli investimenti da parte dei Paesi che si stendono lungo l'antica via della seta, a cominciare dall'Italia, che e' da anni e' uno dei maggiori destinatari, in Europa, degli investimenti di Pechino. Il trend ha trovato conferma in uno studio del Rhodium Group e dal Mercator Institute for China Studies di Berlino pubblicato a gennaio 2017: tra il 2000 e il 2016, l'Italia si e' classificata terza tra i Paesi dell'Unione Europea, per l'attrazione di investimenti cinesi, a quota 12,8 miliardi di euro, dietro alla Gran Bretagna (23,6 miliardi) e alla Germania, seconda con 18,8 miliardi di euro di investimenti cinesi. Tecnologia, industria, brand legati al lusso e alle eccellenze italiane hanno attirato l'attenzione degli investitori cinesi. A questi settori si e' aggiunto, lo scorso anno, anche il calcio, con l'Inter che e' passata nelle mani di Zhang Jindong, a capo del colosso dell'elettronica cinese, Suning, e il Milan che attende per l'inizio di marzo il closing della trattativa per il passaggio definitivo del club rossonero dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle del consorzio cinese Sino-Europe Sports.
I NUOVI FOCUS DELLA COOPERAZIONE
Quarantasette anni di relazioni diplomatiche e una solida partnership bilaterale sotto i profili commerciale, culturale, scientifico e tecnologico, che poggia sul partenariato strategico bilaterale siglato nel 2004. La visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Cina, che tocchera' quattro citta' (Pechino, Shanghai, Chongqing e Xian) dara' nuovo impulso ai legami tra i due Paesi, punti di arrivo e di partenza dell'antica Via della Seta che unisce economicamente e culturalmente i due Paesi con il maggiore numero di siti Unesco al mondo (51 l'Italia, 50 la Cina).
A Pechino, il presidente della Repubblica discutera' dello stato attuale delle relazioni bilaterali con il presidente cinese, Xi Jinping, che solo pochi mesi fa ha fatto tappa in Italia, con uno scalo tecnico in Sardegna, dove ha incontrato per la seconda volta in poco piu' di due mesi il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il 2016 e' stato un anno segnato da un'alta frequenza di visite, complice il G20 cinese di Hangzhou, che ha visto nuovamente Renzi in Cina, dopo la prima visita del giugno 2014. Due incontri a distanza ravvicinata, quelli tra l'ex presidente del Consiglio e il presidente cinese, che segnalano l'interesse reciproco nell'approfondimento delle relazioni bilaterali: l'Italia e' stata meta di importanti investimenti cinesi a partire dai primi anni Duemila e la Cina rappresenta un Paese strategico per l'Italia e per le sue imprese che vogliono essere protagoniste sul mercato del gigante asiatico. La sfida piu' importante, sul piano degli investimenti, riguarda l'iniziativa di sviluppo infrastrutturale cinese "Belt and Road", che Pechino vuole ampliare con il primo forum per la cooperazione internazionale all'interno di questo progetto lanciato da Xi Jinping nel 2013, previsto per il prossimo mese di maggio nella capitale cinese; per l'Italia, gli ultimi dati sull'interscambio commerciale mostrano una ripresa delle esportazioni italiane verso il gigante asiatico e diversi settori che stanno crescendo in Cina: l'obiettivo e' affermarsi come partner sempre piu' affidabile e in grado di soddisfare una richiesta di qualita' crescente da parte della Cina e della sua classe media, oggi piu' vasta di quella degli Stati Uniti. La cooperazione tra Roma e Pechino conta, pero', gia' oggi su basi solide per il futuro.
"Road to 50": la strategia per i cinquanta anni di relazioni diplomatiche - Per il futuro c'e' la condivisione di un'agenda comune ispirata alla "Road to 50", la strategia della rete diplomatica italiana in Cina in prospettiva dei cinquanta anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, che ricorreranno nel 2020, per l'approfondimento del partenariato strategico tra i due Paesi e che e' incentrata sui settori di maggiore complementarieta' delle rispettive economie. La "strada verso i cinquanta" punta a presentare un'Italia piu' coesa in Cina, con il lancio, lo scorso anno, di un executive board diplomatico-consolare per il coordinamento e la programmazione strategica delle istituzioni italiane nel gigante asiatico e per il sostegno economico-commerciale alle imprese italiane. Tra i sui obiettivi, la "Road to 50" ha quello di intercettare sia le trasformazioni dell'economia cinese contenute nel tredicesimo piano quinquennale di sviluppo 2016-2020 lanciato lo scorso anno dal governo cinese, sia le opportunita' che si possono schiudere in diversi settori dell'economia cinese per le produzioni a valore aggiunto delle imprese italiane.
Dal giugno 2014, all'epoca della prima visita in Cina dell'allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, i rapporti tra Italia e Cina si sono arricchiti di nuovi strumenti per la cooperazione nei campi dell'economia, della cultura e della cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia e Cina. A giugno 2014 era partito ufficialmente il Business Forum Italia-Cina, con la sigla di importanti accordi tra aziende italiane e cinesi di primo piano, mentre lo scorso anno e' stata siglata l'intesa per il Forum Culturale tra i due Paesi, durante la visita a Pechino del ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. La cooperazione nel settore scientifico e tecnologico ha ricevuto, poi, una nuova spinta dalla visita dell'ex Ministro per l'Istruzione, l'Universita' e la Ricerca, Stefania Giannini, a fine 2015, che ha dato il via, assieme al suo omologo cinese, Wan Gang, al Programma Esecutivo per la Cooperazione Scientifica e Tecnologica 2016-2018.
Le visite di alto profilo sono proseguite anche con l'arrivo dell'allora ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ad aprile 2015, per il Comitato Governativo Italia-Cina, in cui ha incontrato il suo omologo cinese, Wang Yi. Pochi mesi dopo, Gentiloni e Wang si sono di nuovo incontrati a Pechino in occasione della parata del 3 settembre, per celebrare i settanta anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dell'invasione giapponese. Solo pochi mesi piu' tardi, a dicembre, e' stata la volta del presidente del Senato, Pietro Grasso, fare tappa in Cina. La seconda carica dello Stato ha incontrato nella capitale cinese il primo ministro, Li Keqiang, il presidente dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, Zhang Dejiang, e il presidente della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese, Yu Zhengsheng, il piu' importante organo consultivo della politica cinese. Grasso ha parlato anche di lotta alla corruzione in un lungo intervento alla Scuola Centrale del Partito Comunista Cinese e ha tenuto una lectio magistralis all'Universita' di Diritto e Scienze Politiche di Pechino dal tema "ubi societas, ubi ius".
Economia e cultura: il nuovo focus della cooperazione bilaterale -La seconda visita dell'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in Cina, in occasione del G20 di Hangzhou, e' stata l'occasione per rinsaldare i rapporti con il gigante asiatico. Nell'incontro bilaterale con Xi Jinping, Renzi aveva sottolineato l'importanza dei legami culturali tra Italia e Cina, pur lamentando ancora un deficit nell'interscambio commerciale sfavorevole per l'Italia. I segnali di ripresa, su questo versante, sono emersi con gli ultimi dati Istat: nel 2016, la Cina si e' confermata il secondo Paese piu' dinamico (assieme alla Repubblica Ceca) per il commercio estero italiano, con un aumento delle esportazioni del 6,4% rispetto al 2015, ma lo scorso anno sono stati gettati i semi anche per ampliare le occasioni di incontro tra le aziende italiane e i partner cinesi.
Il 2016 ha visto l'intensificarsi delle visite in occasione del G20 cinese: a febbraio, al G20 finanziario di Shanghai, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha incassato l'apprezzamento del suo omologo di allora, il ministro delle Finanze cinese, Lou Jiwei, per il Jobs Act, diventato un caso di studio anche per la Cina. La cooperazione economica e culturale comprende anche il settore sanitario, al centro dell'iniziativa "Vitalyty", che gioca, nel nome, con le parole "vitalita'" e "Italia": l'iniziativa e' nata per dare nuova linfa alla cooperazione nel settore sanitario con la Cina, che sta andando incontro all'invecchiamento della popolazione. A gennaio 2016, a Pechino, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva avuto un colloquio bilaterale con il suo omologo, Li Bin, presidente della Commissione Nazionale per la Salute e la Pianificazione Familiare, per rafforzare i rapporti: dalla visita erano scaturite le intese per favorire una maggiore penetrazione nel mercato cinese dei prodotti italiani, con l'accordo per sbloccare le esportazioni italiane di agrumi in Cina e l'intesa per la tutela della qualita' dell'olio di oliva italiano.
La tappa di Xi in Sardegna - Un po' a sorpresa, e' arrivata a novembre scorso, la visita del presidente cinese, Xi Jinping, in Sardegna, durante uno scalo tecnico sulla via del Sudamerica, per partecipare al vertice Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) di Lima, in Peru'. A Pula, in Sardegna, il presidente cinese ha incontrato ancora il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. La stampa cinese, dopo l'incontro, ha sottolineato lo stato attuale dei rapporti bilaterali visto da Pechino: l'Italia e' "un amico fedele e un partner importante", titolava il China Daily all'indomani della visita. E la Cina e', per l'Italia, un Paese sempre piu' strategico, come ha ricordato anche il sottosegretario alla Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, durante l'ultima visita in Cina, a gennaio scorso. In occasione del terzo raduno degli imprenditori italiani in Cina, organizzato dall'Ambasciata d'Italia in Cina e con il sostegno delle istituzioni italiane presenti nel gigante asiatico (Agenzia Ice, Camera di Commercio Italiana in Cina e sedi consolari) Scalfarotto aveva annunciato la decisione di quadruplicare gli investimenti per la promozione dell'Italia in Cina, portandoli a venti milioni di euro per l'anno in corso. Un segnale di attenzione che mostra una reciprocita' di interesse sempre piu' marcata tra Italia e Cina.
RECUPERO NELL'EXPORT ITALIANO VERSO PECHINO
Un'Italia piu' forte nell'interscambio con la Cina e che attrae l'interesse delle grandi banche cinesi, anche se il 2016 ha visto una diminuzione degli investimenti di Pechino nel nostro Paese. La visita in Cina del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si inserisce in un contesto di recupero del disavanzo commerciale tra Roma e Pechino, come mostrano gli ultimi dati Istat, e di rinnovata spinta alle iniziative internazionali lanciate da Pechino sotto la leadership di Xi Jinping. Gli ultimi dati sul commercio estero pubblicati dall'Istat mostrano un recupero importante per l'export italiano nel gigante asiatico, in aumento del 6,4% nel 2016 rispetto all'anno precedente. Il mercato cinese si dimostra sempre piu' dinamico per le produzioni italiane, ed e' il secondo che e' cresciuto di piu' lo scorso anno (a pari merito con quello della Repubblica Ceca) e dietro a quello giapponese, dove le esportazioni italiane registrano un aumento del 9,6%.
Arredamento, automotive, agroalimentare e farmaceutico sono i settori in cui l'Italia cresce di piu' nel gigante asiatico nel 2016 e le grandi imprese del settore hanno siglato accordi bilaterali per intensificare la cooperazione. Bracco a Shanghai Pharmaceuticals, nel settore farmaceutico, hanno firmato a dicembre scorso il rinnovo della partnership fino al 2037, mentre nell'automotive, ha riscosso successo la vendita dei Jeep Cherokee prodotti da Fiat Chrysler, che lo scorso anno ha allargato l'offerta anche ad altri due nuovi modelli: Renegade e Compass. Il 2016 e' stato anche l'anno del primo Salone del Mobile di Shanghai, che in tre giorni, dal 19 al 21 novembre scorso, ha accolto oltre ventimila visitatori, che hanno potuto conoscere 56 marchi dell'arredo e del design italiano di alta gamma. A margine del Salone del Mobile, e' nato, sempre a Shanghai, il Comitato Moda e Creativita' Italia-Cina, con il sostegno del Ministero allo Sviluppo Economico, delle istituzioni italiane in Cina, dell'agenzia Ice e della Camera di Commercio Italiana in Cina. Sul versante agroalimentare, lo scorso anno ha poi visto anche un importante balzo nelle export di vino italiano in Cina che e' cresciuto, a valore, del 39% rispetto al 2015, con una conferma per i vini fermi imbottigliati, un segmento che da solo, spiegano i dati di Nomisma Wine Monitor, costituisce il 93% del mercato in Cina.
La sorte del vino italiano si e' unita a quella del marchio cinese oggi forse piu' famoso al mondo: Alibaba. La creatura di Jack Ma e' stata oggetto delle attenzioni italiane. Ad aprile, il fondatore del gigante cinese dell'e-commerce era stato in Italia, a Vinitaly, dove ha incontrato l'ex premier Renzi: i due si sono poi incontrati di nuovo a Hangzhou, alla sede centrale di Alibaba, poco prima del summit del G20. Al centro dei due incontri, la promozione in Cina del vino italiano: i vini italiani sono solo quinti per volumi di esportazioni, dietro a quelli francesi, australiani, cileni e spagnoli, nonostante gli ultimi dati incoraggianti. Oltre all'azione della rete diplomatico-consolare, un contributo all'aumento della popolarita' del vino italiano in Cina e' arrivato dalla prima giornata dedicata al vino e agli alcolici (non solo italiani) il 9 settembre scorso: in ventiquattro ore, sono state vendute diecimila bottiglie di vino italiano sulle piattaforme on line del gigante cinese dell'e-commerce. Tutto esaurito per il Tignanello, il vino con cui hanno brindato Renzi e Ma solo pochi giorni prima, a margine del G20 di Hangzhou, ma a rappresentare l'Italia c'erano cinquanta cantine e oltre cinquecento etichette, con una presenza sulle piattaforme di Alibaba seconda solo a quella francese.
Sul piano degli investimenti cinesi in Italia, il 2016 ha segnato un indubbio rallentamento rispetto al biennio 2014-2015, quando molti gruppi italiani sono passati in mani cinesi (Pirelli, per fare un nome su tutti, oggi controllata dal colosso statale cinese della chimica, ChemChina), e quando la banca centrale cinese e' entrata nell'azionariato di alcuni dei piu' importanti e strategici gruppi italiani, ma ha svelato un interesse concreto della Cina per il calcio. L'Inter e' passata nelle mani cinesi di Zhang Jindong, il patron del colosso dell'elettronica Suning, e il Milan di Silvio Berlusconi e' in attesa del closing della trattativa con il consorzio cinese Sino-Europe Sports, previsto per l'inizio di marzo prossimo.
L'Italia rimane comunque nel primo quindicennio del ventunesimo secolo un'importante meta per gli investimenti in arrivo da Pechino: la terza in Europa, dietro Gran Bretagna e Germania, a quota 12,8 miliardi di dollari, secondo i calcoli di uno studio condotto dal Rhodium Group e dal Mercator Institute for China Studies di Berlino.La cooperazione italiana e cinese non puo' non tenere conto del settore bancario. I colossi del credito cinesi Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China, China Construction Bank e Bank of Communications hanno aperto filiali in Italia per fare da ponte finanziario tra le aziende italiane e quelle cinesi. L'arrivo a Roma di Bank of Communications,a novembre scorso, segue di pochi giorni lo sbarco dell'istituto cinese a Londra, Parigi e Lussemburgo e porta a sei le filiali di banche cinesi nel nostro Paese: "un segnale di fiducia" nell'Italia, aveva commentato l'ambasciatore italiano a Pechino, Ettore Sequi, che cadeva a pochi giorni dell'arrivo in Sardegna del presidente cinese Xi Jinping, dove ha incontrato l'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un vertice informale a soli due mesi e mezzo dal precedente incontro, al summit del G20 di Hangzhou, nella Cina orientale.
Nel vertice informale sardo, Renzi e Xi hanno ribadito la volonta' di cooperare all'iniziativa cinese di sviluppo infrastrutturale tra Asia ed Europa "Belt and Road" e Xi ha chiesto complementarieta' nelle strategie di sviluppo tra Italia e Cina. La cooperazione nell'iniziativa cinese e' oggi legata soprattutto alla partecipazione italiana alla banca regionale di sviluppo Asian Infrastrutture Investment Bank (Aiib) che ha sede a Pechino e che il mese scorso ha compiuto un anno di attivita'. La banca regionale a guida cinese e' per Pechino uno strumento per migliorare la governance globale e per aumentare la cooperazione nei finanziamenti allo sviluppo in Asia ed Europa. L'Italia e' stata tra i primi Paesi europei a decidere di aderire al nuovo soggetto finanziario che lo scorso anno ha approvato prestiti a sostegno di nove progetti infrastrutturali in sette Paesi asiatici per un valore complessivo di 1,73 miliardi di dollari, ed e' il quarto Paese europeo per partecipazione, con una quota del 2,79%, dietro alla Germania (4,87%), alla Francia (3,67%) e alla Gran Bretagna (3,32%) secondo gli ultimi dati diffusi dalla stessa Aiib.
BUSINESS, CULTURA E SCIENZA,
I TAVOLI DELLA COOPERAZIONE
Rapporti economici, culturali, scientifici e strategici legano Italia e Cina, in una partnership che si e' rinsaldata nel corso degli ultimi anni con nuovi accordi bilaterali e nuovi tavoli aperti per la cooperazione tra i due Paesi. I due Paesi sono legati dal 2004 in un partenariato strategico bilaterale, e negli ultimi anni la cooperazione e' aumentata anche sul piano economico, culturale e scientifico, aumentando le occasioni di scambi e le opportunita' per le imprese italiane e cinesi.
Comitato governativo Italia-Cina - Si riunisce con cadenza annuale, ad anni alterni a Roma e a Pechino, ed e' il momento piu' alto di confronto tra i due Paesi uniti dal partenariato strategico bilaterale. L'ultima edizione, la settima sessione plenaria, si e' tenuta a Roma, il 5 maggio scorso, mentre l'edizione precedente si e' tenuta a Pechino, il 27 aprile 2015: entrambe le ultime due sessioni sono state co-presiedute dall'allora ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e dal Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi.
Business Forum - E' lo strumento principale della cooperazione sul piano economico, di cui si sono tenute gia' tre edizioni. Il Business Forum Italia-Cina nasce nel giugno 2014, durante la visita in Cina dell'allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con una particolare attenzione rivolta alle opportunita' di affari per gli investitori italiani in Cina, e cinesi in Italia. Il forum e' l'occasione per gli imprenditori che operano gia' in Cina o che intendono espandersi nel gigante asiatico di discutere delle opportunita' riguardanti l'iniziativa cinese di sviluppo infrastrutturale tra Asia ed Europa "Belt and Road" lanciata nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, e dei temi relativi all'industria 4.0 e al piano di sviluppo del settore manifatturiero cinese "Made in China 2025". Un'attenzione particolare e' rivolta anche ai cinque pacchetti di cooperazione tra i due Paesi, che riguardano i settori agro-alimentare, sanitario, delle tecnologie verdi, dell'urbanizzazione sostenibile e dell'aviazione e dell'aerospazio. La quarta sessione del Business Forum e' prevista a Pechino per il 22 febbraio prossimo.
Forum culturale - Lo scorso anno e' stato lanciato ufficialmente anche il Forum Culturale Italia-Cina, a Roma il 4 giugno, e in occasione della visita a Pechino, nel luglio scorso, del ministro per i Beni e le Attivita' Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, si e' dotato di un proprio statuto. L'intesa raggiunta con il suo omologo cinese, Luo Shugang, comprende tutti i maggiori settori nei campi della cultura, dell'arte e del turismo. Alla firma dell'accordo per la nascita del forum, il ministro Franceschini lo ha definito "una piattaforma operativa per promuovere concrete forme di cooperazione tra i due Paesi", e "uno strumento che mancava", con il quale "abbiamo gettato una collaborazione culturale e turistica a tutto campo". Il 22 febbraio prossimo e' prevista, a Pechino, la prima sessione plenaria del Forum Culturale, che sara' presieduta per parte italiana dal coordinatore Francesco Rutelli, e per parte cinese dal vice ministro per la Cultura, Ding Wei. Al termine e' previsto un comunicato congiunto che sara' firmato alla presenza dei due capi di Stato, Mattarella e Xi.
Yanqi Lake - Giunto alla terza edizione, il ritiro degli imprenditori italiani in Cina organizzato dall'Ambasciata d'Italia a Pechino e con la collaborazione delle istituzioni italiane nel gigante asiatico, discute delle prospettive in Cina per le imprese italiane e dei grandi temi dello sviluppo cinese. Ospiti della passata edizione, a gennaio scorso, sono stati il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, e il presidente dell'Agenzia Ice, Michele Scannavini. A giugno scorso, al termine del secondo raduno, era stata lanciata "Italia 4.0", la nuova agenda per la promozione dell'Italia in Cina. Il ritiro, dedicato a imprese, istituzioni e accademici che operano in Cina, e' l'occasione per il coordinamento tra le realta' italiane che operano nel gigante asiatico per rafforzarne la coesione e la capacita' di sfruttare al meglio le opportunita' offerte dal mercato cinese.
Cooperazione scientifica e tecnologica - Italia e Cina sono legate anche dalla cooperazione scientifica e tecnologica, che si e' rinnovata proprio negli uliti anni. In occasione della visita in Cina dell'allora ministro per l'Universita' e la Ricerca, Stefania Giannini, nel novembre 2015, Italia e Cina hanno firmato un comunicato congiunto che conferma il settore della scienza, della tecnologia e dell'innovazione come settore strategico per la cooperazione bilaterale. Giannini e il suo omologo cinese, Wan Gang, hanno poi dato il via al Programma Esecutivo per la Cooperazione Scientifica e Tecnologica 2016-2018.
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