di Eugenio Buzzetti
Pechino, 11 nov. - Nessuno niente riuscirà mai a dividere la Cina. Così il presidente cinese, Xi Jinping, ha commemorato oggi il centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Sun Yat-sen, fondatore nel 1912 della Repubblica di Cina, che ha messo fine al millenario impero cinese. La commemorazione è stata l'occasione per Xi di sottolineare l'importanza dell'unità della Cina contro le forze che invece, "vogliono dividere il Paese". I toni del discorso pronunciato nella sala dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese che affaccia su piazza Tian'anmen a Pechino, sono molto forti. "Non permetteremo mai a nessun individuo, organizzazione o partito di separare dalla Cina qualsiasi parte del territorio in qualsiasi momento o in qualsiasi modo".
Leader rivoluzionario sovvertì ordine imperiale
Sun Yat-sen, nato il 12 novembre 1866, fondatore del Kuomintang, il partito nazionalista che ha preso il potere a Taiwan nel 1949, viene ricordato nella Repubblica Popolare Cinese come un "leader rivoluzionario che ha avuto un ruolo decisivo nel sovvertire l'ordine imperiale", come scrive oggi l'agenzia Xinhua. Sun Yat-sen è ricordato su entrambe le sponde dello stretto di Formosa, che divide la Cina e Taiwan ed è stato oggetto di discussione tra lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, e la leader del Kuomintang, Hung Hsiu-chu, che si sono incontrati a Pechino il 1 novembre scorso. Sun, lo aveva definito Xi, è stato "un grande patriota il cui slogan più forte è stato quello di ringiovanire la Cina". Il riferimento al ringiovanimento della nazione è uno dei temi più sviluppati dallo stesso presidente cinese nei suoi discorsi, sin dall'inizio del mandato come segretario generale del Partito Comunista Cinese, nel novembre 2012. Anche oggi, nel suo discorso, Xi ha fatto riferimento al ringiovanimento della nazione. Il migliore modo per commemorare Sun è quello di "portare avanti il suo spirito, unire tutto ciò che può essere unito e mobilitare tutto ciò che si può mobilitare per ottenere quella Cina ringiovanita che sognava".
Pechino e Taiwan
Pechino e Taiwan, divise dal 1949, hanno raggiunto un accordo nel 1992 sulla condivisione del principio di "unica Cina" a cui entrambe le parti appartengono. Proprio il mancato riconoscimento pubblico del principio da parte della presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, che invoca, invece lo "status quo" nelle relazioni con Pechino, è all'origine del raffreddamento nelle relazioni tra i due Paesi, dopo il picco toccato l'anno scorso a Singapore con lo storico incontro tra i due presidenti, Xi Jinping per la Cina e Ma Ying-jeou per Taiwan, il primo tra i presidenti dei due lati dello Stretto dal 1949. Se il rapporto con la nuova amministrazione dell'isola è tornato a raffreddarsi, quello con il partito storicamente rivale del Kuomintang (oggi su posizioni più vicine a Pechino) ha ripreso vigore, soprattutto dopo la visita, a settembre di una delegazione del partito nazionalista, giunta a Pechino senza avere precedentemente avvertito l'ufficio presidenziale. I delegati del Kuomintang hanno incontrato la quarta carica dello Stato, Yu Zhengsheng, presidente della Conferenza Consultiva Politica del Popolo cinese, l'organo consultivo dell'Assemblea Nazionale del Popolo, che ha promesso un aumento nella cooperazione con le città amministrate dal Kuomintang.
Pechino e Hong Kong
Diverso, invece, il discorso su Hong Kong. Il rapporto con l'ex colonia britannica è teso dopo la questione dei giuramenti dei deputati pro-indipendentisti invalidati dall'Assemblea Legislativa, il parlamento dell'isola. Lunedì scorso, Pechino si è espressa sulla Basic Law, che regola il rapporto tra Pechino e Hong Kong, e ha "squalificato" i due deputati pro-indipendentisti per non avere prestato giuramento "in modo sincero e solenne". Nell'atto di prestare giuramento, i due indossavano uno striscione con la scritta "Hong Kong non è Cina" e hanno pronunciato in maniera offensiva la parola Cina.
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La decisione di esprimere un giudizio da parte di Pechino ha scaturito diverse proteste sull'isola, con migliaia di persone che hanno sfilato nelle strade centro dell'isola contro l'intervento dei legislatori cinesi. La vicenda dei giuramenti invalidati dei due deputati pro-indipendentisti ha diviso l'isola nelle scorse settimane tra i pro-Pechino che hanno chiesto la sospensione dei due deputati e i settori più critici della società di Hong Kong nei confronti della Cina. I giuramenti invalidati sono di due deputati dello schieramento Youngspiration (Sixtus Leung e Yau Wai-ching) di orientamento pro-indipendentista, eletti alle scorse elezioni per il rinnovo dell'Assemblea Legislativa, che si sono tenute a Hong Kong il 4 settembre scorso.
11 NOVEMBRE 2016
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