Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 18 mar. - L’indipendenza dalla Cina appare lontana dalla realtà, per gli abitanti di Hong Kong. Ad affermarlo, nelle ultime ore, è il celebre tycoon dell’ex colonia britannica, Li Ka-shing, che ha parlato alla stampa dell’isola dopo la presentazione dei risultati del 2015 dei suoi due gruppi, CK Hutchison e Cheung Kong Property, inserendosi nel dibattito degli ultimi giorni sulla richiesta alle Nazioni Unite di indipendenza di Hong Kong da parte di una rivista universitaria. “Personalmente, come molti altri a Hong Kong - ha affermato il miliardario - non apprezzo l’idea dell’indipendenza dalla terraferma. L’idea dell’indipendenza appare inverosimile”.
Li Ka-shing ha sottolineato il sostegno della Cina all’isola, che avrebbe evitato alla Borsa di Hong Kong perdite ingenti lo scorso anno, fino al 50% del proprio valore attuale ha affermato, e ha minimizzato l’ascesa del fenomeno del “localismo”, spiegando che fin da tempi lontani Hong Kong è stata parte della Cina. Il tema del futuro di Hong Kong è stato affrontato anche nel corso delle “due sessioni”, ovvero dei lavori congiunti della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese e dell’Assemblea Nazionale del Popolo, che si sono chiusi ufficialmente questa settimana, a Pechino. Il primo ministro cinese, Li Keqiang, ha avvertito i politici di Hong Kong su posizioni più critiche verso Pechino di “non danneggiare” il futuro dell’isola, ma toni ancora più duri sono stati utilizzati al termine della sessione di lavoro dell’Anp da Qiao Xiaoyang, uno degli alti funzionari del parlamento cinese, che ha definito apertamente “impossible” l’indipendenza di Hong Kong da Pechino.
La forte presa di posizione su Hong Kong è arrivata dopo che un giornale universitario dell’ex colonia britannica aveva chiesto alle Nazioni Unite, in un articolo, di riconoscere Hong Kong come Paese indipendente dal 2047, allo scadere del principio "un Paese, due sistemi", concordato tra Gran Bretagna e Cina e che regola lo status attuale di Hong Kong come regione amministrativa speciale cinese. “Anche se Hong Kong non ha ancora le condizioni per diventare indipendente, che l’indipendenza sia praticabile o meno non è il nostro obiettivo principale. Il punto principale è se Hong Kong possa diventare indipendente”, spiega la rivista Undergrad pubblicata dalla Hong Kong University. La richiesta di indipendenza, assieme a quella di un governo democratico per l’isola, aveva trovato un primo oppositore già nei giorni scorsi in Leung Chun-ying, il capo esecutivo dell’isola. CY Leung ha ribattuto alla richiesta degli studenti affermando che “Hong Kong fa parte della Cina sin dai tempi antichi, e questo è un fatto che non cambierà dopo il 2047”.
Il dibattito sul futuro di Hong Kong è comparso anche sulle pagine dei media ufficiali cinesi. Il quotidiano China Daily ha dedicato oggi un editoriale alla questione, in cui spiega che “lo status attuale è il migliore per il futuro di Hong Kong”. Nell’articolo, il quotidiano ufficiale cinese definisce “una semplice verità” le parole di CY Leung. “Alcuni stanno diffondendo il mito che Hong Kong possa farcela da sola, sia da un punto di vista politico che economico - scrive il China Daily - la loro reale intenzione è di confondere il pubblico sullo status costituzionale di Hong Kong in modo da ottenere il sostegno nel loro tentativo di distruggere la prosperità e la stabilità di Hong Kong sul lungo periodo”.
18 MARZO 2016
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