In collaborazione con l'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese
Di Marco Scarinci
Roma, 16 nov. - Siamo tendenzialmente abituati a pensare che i maestri più importanti delle tradizioni tibetane, buddhiste o bön, siano tutti di sesso maschile. Effettivamente, in questo, la società tibetana si è dimostrata parecchio maschilista. Esistono però delle eccezioni che vanno doverosamente ricordate, e Machig Labdron è sicuramente una di queste.
Lei non era semplicemente una maestra buddhista. Era una donna che fondò un vero e proprio lignaggio, quello del Chod: il sistema della "Recisione dei Demoni". Era una grande mistica e, secondo i tibetani, personificazione della Madre Divina stessa: Arya Tara, nel suo aspetto di Prajnaparamita, la Perfezione della Saggezza. La Prajnaparamita infatti - mentre nella tradizione del Buddhismo Mahayana costituisce quell'insieme di Sutra che contengono gli insegnamenti sulla saggezza che realizza la natura vuota della realtà - nel Vajrayana viene divinizzata. Questa qualità divina - essendo la saggezza trascendente, nella tradizione buddhista, una qualità primariamente femminile - viene personificata in una Divinità femminile. Questa Divinità, chiamata appunto Prajraparamita, oppure in tibetano Yum Chenmo, rappresenta la Madre di tutti i Buddha. Ne è la Madre, infatti, in quanto è la nobile qualità della saggezza trascendente ad originare tutti i Buddha. Machig Labdron diviene nella narrativa tibetana un'emanazione di questa Divinità femminile proprio perché gli insegnamenti sulla Prajnaparamita sono andati a segnare la sua vita fin dall'infanzia e a costituire l'essenza del suo sistema di insegnamento tantrico.
Innumerevoli sono i tibetani suoi devoti e il suo insegnamento è diffuso in tutte le quattro scuole principali del Buddhismo Tibetano. Il nome Labdron significa "Luce di Lab" perché nacque a Lab Phy, una regione al confine col Nepal, tuttora meta di pellegrinaggio. Si afferma che nella sua precedente incarnazione era uno Yogi indiano, la cui coscienza abbandonò la grotta dell'India dove dimorava e viaggiò in Tibet fino ad entrare nel ventre di Bumchan ("Grande Nobile Donna"), che sperimentò alcuni sogni di buon auspicio con delle dàkini come protagoniste. I tibetani credono che la nascita di Machig Labdron venne predetta dal Buddha nel Do Tang Nyik Jaypa Sutra e nel Jampel Tsawai Gyud Tantra.
Le sue qualità spirituali si notarono fin dalla sua tenera età. In particolare, diventò estremamente veloce nel recitare il PrajnaParamita Sutra in ottomila stanze; si dice che riuscì a recitarlo due volte al giorno. All'età di tredici anni la madre morì e Machig cominciò a studiare sotto vari insegnanti. All'età di sedici anni incontrò Lama Drapa che le offrì di lavorare al monastero come lettrice. Spesso, inoltre, andava a casa dei devoti per recitare il Sutra come forma di benedizione e purificazione dell'ambiente. Avendo appreso da Lama Drapa tutto quello che c'era da apprendere, andò poi da altri maestri, tra i quali si ricorda Drapa Ngonshe, colui che rivelò i Quattro Tantra a fondamento della Medicina Tibetana.
Vivendo in monastero e facendo rituali a casa delle persone venne trattata come se fosse stata monaca, anche se non è certo che abbia effettivamente preso i voti monastici. Questo causò irritazione e aspre critiche da parte di molte persone dal momento in cui Machig, dopo vari sogni indicatori, decise di prendere marito: si sposò, all'età di ventitre anni, con lo yogi Tophabadra. Questa unione produsse tre figli. Dopo il primo figlio, la famiglia fu costretta a scappare a causa delle maldicenze, e per diversi anni peregrinarono in diversi posti del Tibet.
Dopo anni di vita familiare, però, Machig Labdron decise di abbandonare il proprio marito per concentrarsi appieno sulle pratiche spirituali, vivendo in eremitaggi e cimiteri. Il suo maestro più importante, colui che è ricordato per segnare più in profondità la vita di Machig, è stato il Mahasiddha Padampa Sangye. Quest'ultimo proveniva dall'India e, come tutti i Mahasiddha indiani (la tradizione parla di 84 Mahasiddha), viene ricordato per compiere incredibili prodigi magici. Padampa Sangye, famoso anche per aver creato il sistema di insegnamento Shijie (Pacificazione del Dolore), divenne il consorte tantrico di Machig e le dette profondi insegnamenti esoterici. Fu nel contesto di questa relazione e sulla base degli insegnamenti sulla Prajnaparamita che accompagnarono la Yogini fin da bambina che vennero sviluppati gli insegnamenti sul Chod. Sin dal primo incontro con Padampa Sangye, quest'ultimo le consegnò il suo testamento spirituale: "Accetta ciò che ti ripugna. Aiuta quelli che ti sembra impossibile aiutare. Abbandona tutte le cose per cui provi desiderio. Va' in luoghi che ti suscitano paura, tipo i cimiteri. Sii sempre attenta e consapevole. Trova il Buddha dentro di te".
Il Chod, infatti, si sviluppa sulla base di un immaginario prettamente cimiteriale. Il luogo privilegiato per compiere questa pratica è il cimitero, laddove vivono demoni e spiriti dei defunti, e lo scopo ultimo è la morte dell'ego. Il tema della morte è centrale. Approfondiremo il significato di questa pratica in futuri articoli, ma è importante per ora sottolinearne l'eccezionalità. Non solo è stata creata da una donna, che diventa una vera e propria fondatrice di scuola, ma consiste anche in un insegnamento originario del Tibet invece che dell'India. Probabilmente l'unico Lignaggio che dal Tibet passa all'India e non il contrario. Si racconta che, scettici di un insegnamento formatosi nel Paese delle Nevi, alcuni Pandit indiani andarono a mettere alla prova Machig Labdron. Quest'ultima sfoggiò un potere ed una conoscenza eccezionale, tra cui una perfetta padronanza del sanscrito, ed i Pandit si convinsero della bontà di questo insegnamento. In altre parole, come sottolinea Giacomella Orofino nell'introduzione del testo da lei curato ("Canti Spirituali". Ma gcig. Ed. Adelphi), a caratterizzare la figura di Machig Labdron è la sua autonomia spirituale. Autonomia che, giunta ad un certo punto, diviene pressoché assoluta dal momento in cui Machig non ebbe più bisogno di alcun maestro umano, ricevendo ormai gli insegnamenti direttamente da Arya Tara nel suo aspetto di Prajnaparamita, la Madre di tutti i Buddha.
16 NOVEMBRE 2015
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