di Geminello Alvi
Ancona, 05 feb. - Il taglio delle riserve obbligatorie delle banche conferma la preoccupazione della dirigenza cinese per la perdita di slancio dell’economia. Un tasso di crescita del prodotto interno lordo di solo il 7,4% corrisponde infatti al valore più basso da 24 anni. Verosimilmente la causa prima di questo rallentamento è nella compressione degli investimenti fissi condizionati dal calo del settore immobiliare. Tuttavia la demografia attraverso il proseguire della migrazione di lavoratori rurali nei centri urbani seguita a creare un eccesso di domanda di alloggi. Il che offrirebbe secondo alcuni commentatori comunque un elemento di stabilità al mercato immobiliare. Sarebbe quella parte della domanda influenzata da considerazioni speculative rivolte a rapidi aumenti in conto capitale a influenzare il calo degli investimenti. In altri termini secondo la parte più prudente degli analisti a originare il rallentamento del settore sarebbe il calo dei prezzi che spiazza la domanda speculativa. E si tratterebbe soltanto di un aggiustamento congiunturale, che non giustifica l’allarmismo di altre fonti pur autorevoli sull’evolversi del mercato immobiliare e del sistema bancario ombra. Va però citato anche come l'altra tesi meno ottimista veda nel ribasso un’evoluzione non contingente, ma anzi strutturale, generata da un’accumulazione sproporzionata, e assai più difficile da contrastare, malgrado la deruralizzazione.
Ad attirare molti commentatori è però anche l’altra notizia secondo cui l’uso internazionale dello yuan si è accresciuto. La Society for Worldwide Financial Telecommunications ha annunciato infatti che nel mese di dicembre, la quota del yuan come mezzo di transazione dei pagamenti globali è arrivato al 2,2%, il maggior livello finora. Ancora in ottobre la percentuale era dell’1,6%. Nella nuova classifica lo yuan ha superato i dollari canadesi e australiani e risulta adesso al quinto posto dopo lo yen giapponese, che di recente e salito alla quota del 2,7%. Il dollaro statunitense continua comunque nel suo primato, con il 44,6%, seguito dall'euro, 28,3% e dalla sterlina britannica, al 7,9%. Va sottolineato che l'anno scorso, il valore dei pagamenti internazionali in yuan s’è impennato del 102%, mentre il valore delle transazioni delle altre valute è aumentato solo del 4,4%. La rapida crescita di pagamenti in Yuan è influenzata dalla creazione in un vari centri finanziari di centri di clearing per operazioni off-shore denominate in yuan.
05 febbraio 2015
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