di Sonia Montrella
Twitter@SoniaMontrella
Roma, 17 feb.- Il giro di vite sulla prostituzione partito da Dongguan assume una portata nazionale con il ministero della Pubblica Sicurezza che esorta le autorità di ogni livello a usare il pugno duro contro i "tre vizi": "prostituzione, gioco d'azzardo e corruzione". In particolare, è il messaggio del Ministero, la polizia deve trarre insegnamento dalla "lezione di Dongguan".
L'appello arriva a pochi giorni dal maxi scandalo scoppiato nella città del Guangdong, nota come importante hub industriale, a seguito di un servizio della CCTV che ha svelato il giro d'affari del mercato del sesso. L'indagine ha portato all'arresto immediato di 67 persone e alla chiusura di duemila locali di intrattenimento. Poche ore dopo il vice sindaco e capo della polizia di Dongguan, Yan Xiaokang, è stato rimosso per il suo fallimento nella lotta alla prostituzione, mentre decine di funzionari sono stati sottoposti a giudizio e rischiano il posto di lavoro "per demerito". In totale, ha fatto sapere l'Ufficio provinciale di Sicurezza, la polizia avrebbe fatto irruzione in 18.327 luoghi di intrattenimento, mentre 920 persone sono state trattenute perché sospettate di coinvolgimento.
"Siate risoluti nella lotta, senza clemenza, non importa chi sia coinvolto o quale sia il suo grado o livello" si legge nella nota pubblicata sul sito web del Ministero. Qualsiasi funzionario della polizia che si sottrarrà ai propri doveri sarà tenuto a risponderne – continua la nota -, chiunque proteggerà i trasgressori sarà punito severamente.
Dopo il Guangdong altre otto province, tra cui lo Zhejiang, il Jiangsu, lo Shangdong, il Guangxi e l'Heilongjiang, hanno lanciato un'indagine simile, segno che, osserva il South China Morning Post, la campagna è orchestrata ad alto livello.
17 febbraio 2014
Dongguan, 67 in manette per prostituzione
di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 10 feb. - Sessantasette persone sono state arrestate e dodici locali a luci rosse sono stati chiusi nella località di Dongguan, nella provincia meridionale del Guangdong, dopo che un'inchiesta della CCTV ha svelato il giro d'affari della capitale del sesso cinese. Nella giornata di ieri le autorità della città sul Fiume delle Perle hanno annunciato una dura repressione contro lo sfruttamento della prostituzione, con la sospensione fino a nuove indagini dei capi delle forze dell'ordine nei distretti più colpiti dal fenomeno. Nell'indagine, hanno reso noto le autorità della città di Dongguan, sono coinvolti anche il responsabile di un ufficio della pubblica sicurezza e il capo di un commissariato locale. Il Ministero della Pubblica Sicurezza e le autorità provinciali hanno mandato squadre speciali che hanno operato gli arresti e la chiusura dei siti sospettati di favoreggiamento della prostituzione.
La città di Dongguan è nota per i suoi hotel dove si pratica il gioco d'azzardo e per i postriboli più o meno mascherati da altre attività che la rendono la "capitale del sesso" in Cina. I giornalisti di CCTV in incognito hanno visitato alcuni dei luoghi dove viene praticata la prostituzione, in diverse aree della città, compresi alcuni locali di karaoke, dove le telecamere nascoste dell'emittente televisiva cinese hanno ripreso alcune ragazze mentre ballavano nude per i clienti. Tra le immagini mostrate dalla CCTV anche l'offerta di servizi da parte di alcune donne ai giornalisti in incognito. L'inchiesta mirava a rilevare anche la connivenza di alcune esponenti delle forze dell'ordine con i proprietari dei locali a luci rosse: le telefonate agli uffici di polizia locale da parte dei giornalisti non hanno prodotto alcun intervento.
Non tutti gli arresti hanno colpito l'industria del sesso. Tra le persone finite in manette, scrive oggi il China Daily, anche una coppia di fidanzati sorpresi dalle forze dell'ordine in una spa nei pressi di Dongguan. Dopo essere stati portati in commissariato per l'interrogatorio, i due sono stati rilasciati dalla polizia, che ha ammesso che non si trattava di un caso di prostituzione. Il caso ha generato proteste sul social network Weibo per le modalità con cui sono state svolte le indagini dalla polizia. Già nel 2010, la città è stata oggetto di un'indagine delle forze dell'ordine contro la prostituzione. All'epoca, gli arresti avevano attirato le critiche del Ministero della Pubblica Sicurezza per i metodi utilizzati: le donne accusate di prostituzione erano state riprese nude dai media cinesi.
10 febbraio 2014
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