di Antonia Cimini
Pechino, 20 dic.- Anche quest'anno il ritorno a scuola per il piccolo Xiao Jie è stato amaro; per tutta l'estate aveva sognato di sedersi su uno dei banchi di quella scuola che l'anno prima gli aveva chiuso le porte in faccia, sperando di poter imparare a leggere e scrivere come i suoi compagni. Invece anche questa volta il verdetto è inappellabile: Xiao Jie non può essere iscritto, perché non ha una carta di identità, e per la scuola e l'anagrafe non esiste.
"E io da grande voglio fare il mafioso, per vendicare tutte le sofferenze di mia madre, che si dispera perché non può pagare la multa ed io non posso andare a scuola" ha detto il bambino di otto anni al settimanale Xinming. Egli fa parte, infatti, di quell'esercito di 'figli al nero' nati al di fuori della pianificazione familiare e destinati ad un terribile destino di anonimato e tribolazioni in Cina.
La storia di Xiao Jie è stata portata alla ribalta in questi giorni dalla stampa cinese, sempre più attenta ai problemi derivanti dalla politica del figlio unico, in vigore nel paese da più di trent'anni. La madre del pargolo, la signora Liu Fei, ha infatti appena perso un'ennesima causa giudiziaria per veder riconosciuti i diritti del figlio. Per la legge il bambino è nato al di fuori del matrimonio, non è il primo figlio della coppia che lo ha concepito e solo una multa costosissima potrebbe redimerne le condizioni. Ma la signora Liu non ci sta, non quando la legge cinese non vieta il concepimento al di fuori del matrimonio, e non ora che la famigerata pianificazione familiare sta per cambiare, come ha stabilito a novembre il Partito Comunista al potere nella riunione del terzo plenum.
L'anno scorso il comune di Pechino ha misurato l'ammontare da pagare per la signora Liu in più di trenta milioni di yuan, ossia 14 volte la media del salario annuale della donna e del compagno padre del bambino. Per una famiglia che vive ai margini della capitale cinese e combatte per arrivare alla fine del mese con i pochi soldi guadagnati in lavori discontinui e poco protetti, la somma è un miraggio che in tutta la vita mai raggiungerà.
Alla stampa cinese la signora Liu ha spiegato che anni addietro era stata sposata brevemente con un uomo con cui aveva avuto una figlia. Dopo il divorzio il marito ha ottenuto la custodia della bambina e l'ha allontanata sempre più dalla madre. Dopo aver incontrato un nuovo compagno Liu Fei desiderava ardentemente aver un figlio che fosse sempre lì con lei, a ricevere e donare il proprio amore in un autentico rapporto madre-figlio. La coppia, però, non ha tenuto in considerazione che il nuovo compagno, anch'esso reduce da un matrimonio precedente e con un figlio, non aveva ancora ottenuto il divorzio dalla moglie quando Xiao Jie è venuto al mondo. "Per le autorità questo è il nostro terzo figlio, per questo ci hanno multato più degli altri" ha spiegato Liu Fei.
I figli nati al di fuori del matrimonio sono tuttora i più penalizzati in Cina. Che si chiamino "figli al nero" o più semplicemente e offensivamente "bastardi", hanno poche possibilità di redenzione, poiché il peso delle multe cade solo sulle madri e, anche pagando la somma dovuta, ottenere dei documenti è impossibile senza presentare certificato di matrimonio e di nascita. Per venire incontro a questo gruppo sociale la regione dello Hubei ha varato un nuovo regolamento lo scorso ottobre, secondo il quale i certificati di nascita e residenza (hukou) devono essere garantiti a tutti, senza porre come condizione la produzione di certificato di matrimonio. La mossa è stata accolta con favore in tutto il paese, ma le autorità muovono lentamente i primi passi.
Oggi chi nasce al di fuori della pianificazione familiare è un uomo invisibile. Senza un'identità, una semplice carta d'identità o un hukou, la vita è impossibile. Prendere il treno è impossibile, perché serve esibire un documento di identità. E' fuori discussione aprire un conto in banca, prendere un aereo o prenotare una stanza d'albergo. Le restrizioni al quotidiano sono di un'ampiezza da far paura.
Conscio dell'insostenibile fardello sociale che essa comporta, il governo cinese ha iniziato una revisione della politica che dovrebbe diventare legge l'anno prossimo, dopo la riunione del parlamento di marzo. Le coppie in cui almeno uno dei componenti è figlio unico potranno avere più di un figlio, secondo l'emendamento approvato al plenum dello scorso novembre, e lodato da tutte le parti.
A marzo il ministero della Salute ha ammesso che dal 1971 ad oggi sono stati compiuti 336 milioni di aborti e 222 milioni di sterilizzazioni. Questi sono per la maggior parte imputabili agli sforzi dei governi locali per far rispettare la regola ad ogni costo e con ogni mezzo, risultati un una riduzione delle nascite per almeno 400 milioni, secondo stime scientifiche.
Inoltre, i soldi delle multe comminate ai contravventori della legge del figlio unico spesso finiscono nelle tasche di funzionari corrotti invece di 'compensare le spese sociali' del bambino fuori programma, come il balzello è ufficialmente chiamato in Cina.
Quest'anno ha visto il governo cinese fare progressi necessari da lungo tempo e famiglie come quella di Liu Fei esprime un parere positivo sulla nuova classe dirigente che forse riuscirà anche ad assicurare una tanto agognata giustizia sociale.
20 dicembre 2013
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