di Geminello Alvi
Ancona, 16 ott. - La Cina si compra l’Inghilterra e agli inglesi non dispiace. E’ l’impressione che si ricava dalla lettura dei giornali inglesi e dalla visita a Pechino di George Osborne e Boris Johnson, il cui approccio è tutto pragmatico. Dunque esclude le questioni dei diritti umani e le altre, in particolare quella tibetana, che hanno complicato i rapporti bilaterali tra le due nazioni nei mesi seguenti all’incontro di David Cameron col Dalai Lama. La disponibilità ad attrarre il maggior numero di investimenti diretti dalla Cina asseconda del resto l’intento del governo cinese, attento in questa fase ad allocare strategicamente all’estero il surplus accumulato. Al vorace appetito per le materie prime in Africa si sono aggiunti perciò massici investimenti nei paesi del più ricco occidente. E gli inglesi sono in testa alla lista.
Preferiti anche qui gli acquisti in infrastrutture. La banca di stato ICC ha investito per esempio 650 milioni di sterline nei 150 acri del distretto dov’è l’aeroporto di Manchester, in un progetto che genererà 16000 posti di lavoro nei prossimi 15 anni. Le assicurazioni cinesi Ping An Insurance Group ha comprato i palazzi dei Lloyd’s a Londra per 260 milioni, mentre un immobiliare cinese ha sottoscritto un contratto di un miliardo di sterline per lo sviluppo del Royal Albert Dock. Le società immobiliari cinesi ottengono ormai rendimenti più promettenti all’estero che non nel mercato interno, dove i prezzi dei terreni sono levitati troppo nelle grandi città. Londra per paradosso risulta insomma più a buon mercato di Pechino.
Ma anche alle società industriali volentieri investono in Inghilterra, potendo ricavarne tecnologia e innovazioni manageriali. Perciò l’elenco potrebbe continuare lungamente: circa 500 società cinesi hanno investito in Gran Bretagna, persuase dal calcolo della reddittività, ma anche dalla praticità della legislazione inglese, ossia dall’assenza delle complicazioni burocratiche di altre nazioni europee. L’approccio pragmatico di Osborne e il notevole successo personale di Boris Johnson consolidano questo trend.
16 ottobre 2013
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