di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 24 lug. - Dopo settimane diaccuse da parte delle autorità cinesi, GlaxoSmithKline cerca didifendere il proprio operato e rinnova il proprio interesse al mercatocinese nonostante gli scandali che hanno visto la casa farmaceuticabritannica al centro delle indagini. Nelle scorse ore, ha parlato inconference call il CEO di GSK, Andrew Witty, che ha spiegato laposizione dell'azienda, in linea con quanto espresso dal gruppo neigiorni scorsi. GSK aveva già ammesso lunedì di avere violato la legge,secondo quanto era emerso fino ad allora dalle indagini, e avevadefinito "vergognose" le accuse rivolte al gruppo.
La casa farmaceutica britannica aveva poipromesso di abbassare i prezzi dei propri farmaci sul mercato cinese.Nella conference call di oggi Witty ha ammesso che lo scandalo che vedecoinvolta la sua azienda in Cina avrà ripercussioni sul bilancio delgruppo e ha rinnovato l'impegno a collaborare con le autorità cinesinelle indagini. Il gruppo non intende comunque abbandonare la Cina, aldi là della vicenda di corruzione che vede GSK Nel mirino degliinquirenti. Nella conference call indetta per presentare il risultatodel secondo trimestre del gruppo, Witty ha poi affermato che lepratiche di corruzione di cui viene ritenuta responsabile la casafarmaceutica sono "totalmente contrarie ai nostri valori", e hasottolineato che la sede centrale dell'industria farmaceutica fossecompletamente all'oscuro delle pratiche illegali portate avanti dalladivisione cinese. Il CEO di GSK ha poi chiuso la conference callrinnovando il suo impegno contro la corruzione.
Non è solo la GSK a dovere temere l'arrivodegli ispettori cinesi. Nei giorni scorsi anche AstraZeneca e la belgaUCB sono state interessate dalle indagini. In un editoriale, la Xinhuaha detto che l'impegno cinese contro le tangenti legati ai prezzi ealle prescrizioni dei farmaci non si fermerà con la casa farmaceuticabritannica. La principale agenzia di stampa cinese spiega che lacorruzione nel commercio dei medicinali non riguarda solo laGlaxoSmithKline, ma anche le altre multinazionali del farmaco, e che ilfenomeno è estremamente diffuso. Xinhua cita due esempi di corruzionelegati al mondo della sanità cinese nel lungo articolo: il primoriguarda mille tra medici, infermieri e personale dell'amministrazionedi 73 strutture ospedaliere di Zhangzhou, nella Cina sud-orientale,trovati colpevoli di avere intascato mazzette e di abuso d'ufficio; ilsecondo invece, vede al centro 39 funzionari locali del ministero dellaSanità del Guangdong, che nel corso degli anni avrebbero racimolato 2,8milioni di yuan in tangenti. "Una cosa è chiara - sostiene l'agenzia distampa cinese - il caos del mercato dei medicinali non dovrebbe essere,in nessun modo, una scusa per le multinazionali per ricorrere allacorruzione, alla possibilità di fare cartello o ad altre cattivepratiche".
Ben lontano dal dirsi concluso, il casoGSK si è arricchito nelle ultime ore di un nuovo capitolo. Un cittadinoamericano è stato arrestato in connessione all'indagine sullacorruzione nei confronti della casa farmaceutica britannica.L'ambasciata statunitense a Pechino ha confermato l'accaduto e haspiegato di stare seguendo il caso. Altri due dipendenti di nazionalitàcinese di AstraZeneca, diretta concorrente di GSK, sono statiinterrogati dalla polizia a Shanghai. GSK ha poi negato che l'uomofosse un suo dipendente. La casa farmaceutica britannica è indagata pertre miliardi di yuan che avrebbe fatto transitare attraverso agenzie diviaggio compiacenti (una delle quali già chiusa) per corrompere medicie strutture ospedaliere a prescrivere i propri farmaci ai pazienti.
I problemi di GSK non vengono peròsoltanto dalle pratiche di corruzione per ottenere la prescrizione deipropri farmaci a un prezzo maggiorato. Anche i laboratori del gruppocostruiti in Cina avrebbero avuto problemi con i controlli negli scorsianni per procedure o metodologie di ricerca non eticamente o legalmentecorrette. In particolare viene preso in esame il 2011. Secondo alcunidi documenti di cui è entrato in possesso il New York Times, la casafarmaceutica britannica sarebbe in buona compagnia: sarebbero bentredici su venti i giganti del farmaco che hanno aperto un laboratorioin Cina ad avere usato metodi professionalmente discutibili. GSK haspiegato di essere stata consapevole dei problemi nel ramo dellaricerca in passato e di avere licenziato il mese scorso il capo delsettore Ricerca e Sviluppo, Jiangwu Zang, dopo avere scoperto unafalsificazione dei dati in uno studio scientifico sulla sclerosimultipla.
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