di Antonia Cimini
Pechino, 12 lug. - La costruzione del canale di Nicaragua è un passo più vicina. Dopo a firma dell’accordo lo scorso giungo tra il governo di Managua e la società appaltatrice di Hong Kong, ora un’azienda di stato cinese ha iniziato lo studi di fattibilità preliminare all’inizio dei lavori. La China Railway Construction Corporation, uno dei più grandi costruttori di infrastrutture in Cina ed esperta in appalti internazionali, è stata incaricata dalla Hong Kong Nicaragua Canal Development Investment (HKND) di effettuare lo studio ingegneristico entro giugno del 2014.
La notizia rivelata ieri dal quotidiano South China Morning Post è la prima ammissione di un coinvolgimento di Pechino nel colossale progetto, il cui travaglio è durato anni. Per molto tempo si è ipotizzata una partecipazione diretta della Cina nel progetto, segno dell’accresciuta potenza internazionale del paese e della volontà di giocare un ruolo ancora maggiore nei commerci internazionali. Il governo cinese, però, molto cauto, ha badato a non sbilanciarsi in merito alla costruzione di un secondo canale in America. I dubbi sulla necessità di un manufatto di tali dimensioni e di tale forza invasiva, insieme alla quantità di investimenti necessari per realizzarlo sono ancora questioni sensibili e non del tutto fugate.
Innanzitutto l’investimento economico. Le casse cinesi tracimano sì di riserve in valuta straniera, ma l’economia del secondo paese più potente del mondo è in una delicata fase di transizione che richiede investimenti del centro per spingere consumi e sviluppo sociale. Già il livello delle esportazioni è calato a giugno per la prima volta in anno e mezzo, e la prossima settimana si attendono nuovi dati economici sull’ultimo trimestre che potrebbero dar rompicapi ai pianificatori. La compagnia appaltatrice, che secondo quanto stipulato nel contratto firmato a giugno con il governo del Nicaragua, inizierà la costruzione del canale alla fine del 2014, dovrà investire nell’impresa almeno 40 miliardi di dollari.
La HKND ha fatto sapere di voler accumulare investimenti internazionali per il progetto, ma i dubbi restano forti che il nucleo maggiore dei costi sara’ affrontato dal governo di Pechino. L’altra questione che affligge il progetto è quella della fattibilità. Il canale del Nicaragua è un’opera colossale, a cui piu volte hanno tentato di dare impresa vari avventurosi costruttori internazionali, salvo poi abbandonare l’idea. L’accordo concluso tra la compagnia hongkongese e il governo di Daniel Ortega prevede lo scavo di oltre 200 chilometri di canale attraverso il continente americano per collegare i due oceani, più del doppio dei 77 chilometri del canale di Panama costruito all’inizio del 1900. La larghezza della nuova infrastruttura dovrà essere ugualmente più ampia, per mettere il passaggio di più navi da trasporto e piu’ grandi per massimizzare i profitti. Il canale dovrebbe, inoltre, passare attraverso il Lago Nicaragua, il lago più grande e principale fonte acquifera del paese, depositario di una diversità biologica unica, sostengono gli ambientalisti.
Ma l’argomento all’occhiello del governo di Managua è che il progetto porterà impiego per 40 mila persone nel paese e aiuterà a rivitalizzare l’economia di un o dei paesi più poveri dell’America latina e centrale. La compagnia HKND è però un'entità sconosciuta e opaca di cui si conosce poco. Sebbene si sia aggiudicata il contratto per la costruzione del canale e il suo sfruttamento per 50 anni, non è ben chiaro quali siano i suoi reali campi d’azione. Resta ancora da sapere se l’appaltatore abbia esperienza nei settori delle infrastrutture, spedizioni o dell’idro-ingegneria. Per ora si vocifera che Wang Jing, il suo direttore, sia in buoni rapporti con Pechino, dove e’ di casa nei salotti dei leader dello stato, incluso il presidente Xi Jinping.
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