di Antonia Cimini
Roma, 14 giu.- Quando ha scoperto di essere incinta Xiao Li ha deciso come prima cosa di lasciare il fidanzato. Il ragazzo, scansafatiche che alternava i turni in fabbrica ai videogiochi su internet nei pochi metri quadrati della stanza presa in affitto in un sottoscala, non voleva saperne di matrimonio o figlio. Xiao Li ha deciso, invece, di cercare aiuto su internet: in una chat creata appositamente per madri single non sposate ha incontrato Mei Mei (nomi di finzione), e ora le due donne dividono un piccolo appartamento in città che Xiao Li lascia ogni mattina per andare a lavoro e che Mei Mei occupa in attesa del parto, accudendo il figlio di due anni di Xiao Li.
“Lo status di queste donne è illegale, non godono di alcuna protezione dello stato – spiega Wei Wei, il program manager di una Ong che si occupa di lavoratori migranti, Little Bird – per di più si tratta di un gruppo spinoso, che nessuna organizzazione non governativa segue”. Una volta rotti gli schemi sociali, le madri non sposate cadono nell'ombra e su di esse si stende il silenzio imbarazzato della società cinese. In realtà esse sono un numero sempre crescente, specchio di un paese in evoluzione.
Bebè 59 e Wuhan
La questione delle madri single non sposate è stata portata alla luce qualche settimana fa dal tragico caso di cronaca di Bebè 59. Partorito di nascosto in un bagno pubblico, il bambino è stato gettato via dalla giovanissima madre, rimasta incinta per caso e abbandonata dal padre fuggito alla responsabilità. Dopo due giorni in un tubo di scarico, il piccolo è stato tratto in salvo dalle autorità sotto gli occhi dell'intera Cina, che ha seguito con emozione la vicenda e si è bruscamente risvegliata davanti al problema delle madri invisibili.
La scorsa settimana la città di Wuhan ha presentato un progetto di legge per mettere al bando le madri single non sposate. In esso si legge , all'articolo 26, che chi dà alla luce un figlio senza essere prima sposato viola la legge sulla pianificazione familiare e deve pagare una multa (tassa di rimborso sociale), che è misurata in un ammontare ancora più alto rispetto a quello dovuto dalle coppie che partoriscono un secondo figlio.
L'avvocato per i diritti delle donne Li Yun di Canton spiega che la misura è una risposta ad un fenomeno crescente e potenzialmente destabilizzante. “Poiché il fenomeno esiste e la condizione delle madri single non sposate sfugge alle definizioni legali in atto, il governo di Wuhan vuole innanzitutto identificare queste donne – spiega Li Yun ad Agichina24 – e la scelta di multarle più di quanto viene imposto alle coppie è una maniera di rispondere al numero crescente di madri che mettono al mondo figli non essendo sposate”. La legge è ora in fase di revisione presso i dipartimenti locali, ma ha attirato le critiche di esperti e cittadini che temono un aumento di abbandoni, omicidi e compravendita di bambini.
Fenomeno in crescita
I figli concepiti al di fuori del matrimonio sono ancora una vergogna nella ben definita tradizione confuciana, che regola a dovere i rapporti sociali. Inoltre, negli ultimi trent'anni il governo cinese ha rafforzato la lotta al fenomeno a mezzo legale, grazie alla politica del figlio unico che scoraggia il concepimento di figli al di là dell'istituto del matrimonio. Ma il progresso economico e la modernizzazione sociale, accrescono il fenomeno nonostante tali ostacoli: sempre più giovani vivono lontano dalle famiglie, i costumi sessuali diventano più liberi data la maggiore promiscuità, e il matrimonio è sempre più sottoposto a pressioni economiche.
“I lavoratori migranti sono il gruppo più a rischio per questo tipo di problema” spiega Wei Wei. L'organizzazione Little Bird è presente con un programma di aiuto alle madri nubili a Shenzhen, la città manifatturiera del sud della Cina dove ogni anno arrivano milioni di giovani in cerca di lavoro non specializzato. Un'indagine del Centro di Ricerca sulla Pianificazione delle Nascite di Canton, un think tank sponsorizzato dalle autorità locali, e realizzata nella zona manifatturiera ha rivelato che il 50% di operai nelle fabbriche e l'80% di impiegati nel settore dei servizi ha avuto rapporti pre-matrimoniali. Di questi tra il 50 e il 60% è incorso in una gravidanza indesiderata.
Una volta incorsi nel problema, sono per la maggior parte le donne a pagare il prezzo sociale ed economico del dare alla luce un figlio al di fuori degli schemi. “Siccome le lavoratrici migranti costituiscono il numero più alto di madri nubili, esse si trovano di fronte a ristrettezze economiche e nessuna protezione legale, per cui molto spesso decidono di abortire o liberasi del bambino prima della nascita. Chi decide di tenerlo ha ben in mente il fardello economico che ciò comporta. Dare il bambino in adozione è molto difficile in Cina, per questo alcune madri ricorrono alla vendita del neonato, sia perché sono in ristrettezze economiche, sia perché la legge cinese perseguita chi vende un bambino e non chi lo compra” spiega ad AgiChina24 l'avvocato Li Yun.
Problemi delle madri nubili
Il governo non è il primo a decidere una pena economica per le madri non sposate. Nel Guangdong, la regione di Shenzhen e della più alta concentrazione di lavoratori migranti, regole vaghe e alterne sono interpretate per imporre multe fino all'equivalente di un anno di stipendio alle donne che mettono al mondo un bambino al di fuori del matrimonio. E poiché i partner spesso abbandonano donne come la madre di Bebé 59, il peso cade interamente sulle donne.
“La politica del figlio unico si mette in pratica all'interno dell'istituzione del matrimonio – dice Li Yun – ogni coppia ha il diritto ad avere un solo figlio, anche dopo il divorzio e un nuovo matrimonio la coppia ha diritto ad un figlio anche se i partner hanno figli dal matrimonio precedente. Ma le madri non sposate non rientrano in nessun quadro legale”. Esiste anzi una contraddizione in termini legali, spiega l'avvocato. La Legge sul Matrimonio del 1950, infatti, stipula all'articolo 25 che 'coloro che mettono al mondo un figlio non essendo sposati hanno gli stessi diritti di chi fa un figlio all'interno del matrimonio; nessuno può danneggiarli o discriminarli'. Invece la legge sulla Pianificazione Familiare, rivista da ultimo nel 2001, stipula all'articolo 41 che chi non si attiene alla regola di 'un figlio per coppia' deve pagare una multa in accordo con la regolazione vigente. “Sia madri che figli non godono di nessuna protezione legale” conclude Li Yun.
Nella pratica le difficoltà si moltiplicano per le donne che decidono di concepire da sole, sfidando difficoltà e discriminazione. Nella casistica osservata da Little Bird, “il problema maggiore da affrontare, una volta abbandonate dal compagno, è la questione del permesso di residenza (hukou)” spiega Wei Wei. Senza i documenti del padre è impossibile ottenere un registro di nascita del bambino, con cui poi andare a domandare un permesso di residenza. “Spesso trovano soluzioni alternative, si sposano con un amico o qualcun altro e poi chiedono un permesso di residenza per il figlio”, poiché lo hukou è un documento fondamentale per attestare l'esistenza in Cina e godere di diritti sociali.
Le difficoltà economiche sono rese ancora più insormontabili dalla mancanza di qualsiasi aiuto sociale. Le madri nubili non godono dell'assistenza finanziaria disegnata per coppie in difficoltà, né sono oggetto delle attenzioni di gruppi caritatevoli e Ong. “Il fatto di avere un figlio al di fuori del matrimonio è considerato come un errore personale, una responsabilità personale di cui pagare le conseguenze. E c'è una buona dose di condanna morale da parte della società” spiega Li Yun. “Sono in poche a cercare aiuto – racconta Wei Wei – per la maggior parte si aiutano tra di loro, altre donne con qualche contatto offrono un appoggio. Noi forniamo aiuto legale a denunciare il partner che le abbandona o ad ottenere che gli uomini paghino gli alimenti”.
Questa realtà è confermata anche dall'Associazione delle Donne, una potente organizzazione in seno al Partito Comunista con diramazioni al livello locale in tutta la Cina. All'ufficio di Pechino la signora Yang, a capo della comunicazione, spiega che “persone con questo tipo di problema fa raramente ricorso a noi, e noi non abbiamo un programma per madri single non sposate perché non abbiamo registrato nella società questo tipo di necessità”.
Invece, le madri single sono molto attive su internet, dove hanno creato chat e forum in cui scambiano opinioni, consigli, si sfogano e cercano aiuto. Il gruppo più grande esiste sulla chat di Baidu, il Google cinese. Qui si leggono messaggi gi disperazione, ma anche una forte coesione tra vittime di questo stesso fenomeno sociale ancora difficile da accettare in Cina.
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