di Wang Jing
(traduzione a cura di Giovanna Tescione)
Roma, 27 mag.- Mentre la Cina dice addio al low cost, i tempi si fanno difficili anche per loro: i colletti bianchi. Tra i temi più caldi di Weibo, il microblog cinese simile a Twitter, ci sono "le dieci caratteristiche dei colletti bianchi cinesi nel 2012": in pratica una fotografia della qualità della vita di questa fascia di popolazione tenendo conto di diversi parametri, tra cui uno stipendio da almeno 20mila yuan (2.500 euro circa), l’avere una casa, un'auto e sufficiente tempo libero.
Molti netizen lamentano però di essere largamente al di fuori di quei parametri e, in particolare, di essere insoddisfatti del proprio salario. Oggi che i prezzi dei beni di consumo salgono alle stelle, sia che si viva in una città di prima fascia o in una di seconda, quando si tratta di spese, è difficile innalzare il fattore xingfu: l'indicatore della felicità diventata nel 2010 la priorità del governo e che nel 2011 il quotidiano People's Daily individuò "in un portafogli più pieno".
Secondo un sondaggio pubblicato sul sito ufficiale dell'agenzia di stato Xinhua, un ingegnere che guadagna 10mila yuan (1.250 euro circa), senza una casa di proprietà né un'auto, in realtà a fine mese riesce a mettere da parte appena 24,3 yuan (3 euro). Il 55% delle spese mensili è destinato al sistema previdenziale e alle cure mediche - un costo pari a 2500 yuan (316 euro) che viene detratto per legge dallo stipendio lordo - e all' affitto di un appartamento, che in media non va al di sotto dei 3mila yuan (380 euro). Il resto dei soldi viene impiegato in spese di base che vanno dall'alimentazione ai trasporti.
Ma non tutti sono così fortunati… "Quale stipendio mensile di 10mila yuan, dove lo vediamo noi uno stipendio così alto?" tuonano gli internauti. L'anno scorso il salario medio di un lavoratore di Pechino è stato di 5.400 yuan (648 euro). “Per sopravvivere si può contare solo sui propri genitori!”, afferma un netizen. Alla luce di ciò, acquistare una casa è diventato pressoché una chimera.
La convinzione tradizionale cinese secondo cui investire sul mattone è l'unico modo di mantenere il valore reale del proprio denaro si scontra con la realtà dei fatti. I dati della Commissione edilizia di Pechino mostrano come il mercato si sia attestato a un valore medio di 20mila yuan al metro quadrato (2.533 euro), mentre gli appartamenti in centro città costano fino a 49mila yuan al metro quadro (6.123 euro). I lavoratori, anche chiedendo prestiti a destra e a manca e con un mutuo chiesto alla banca, riuscirebbero a 'racimolare' 1 milione di yuan (127mila euro), sufficiente a comprare nella periferia del capitale un monolocale da 40 metri quadrati.
In effetti però, nel prossimo futuro, il crescente inquinamento atmosferico potrebbe spingere sempre più lavoratori precari a dirigersi verso le città del sud, in particolare verso la "Perla d'Oriente". A Shanghai, in media un lavoratore porta a casa 5.652 yuan (716euro). A parità di metratura e di posizione, con una casa in affitto dal costo di 2500 yuan (316 euro), a Shanghai si riescono ad aggiungere al proprio salvadanaio 500 yuan (63euro) in più rispetto a Pechino; anche il cibo è più economico, circa 800 yuan (101 euro) al mese.
Se si vuole risparmiare però il primo a saltare è il fumo, via poi i cosmetici e prodotti di bellezza e addio al parrucchiere e ad altre spese extra: una missione impossibile per un qualsiasi giovane di questa generazione.
Va meglio nelle città più piccole. A Chengdu, città della provincia del Sichuan con 'soli' 7.123.000 abitanti – la qualità della vita migliora. Nonostante il reddito sia solo di circa 3.900 yuan (494euro), un appartamento in affitto peserebbe sulle finanze appena 450 yuan (57euro). Il valore per metro quadro di un immobile ammonta, infatti, a 8.511 yuan (1078euro), secondo le stime dello scorso anno, dunque un precario con 1 milione di yuan potrebbe riuscire ad avere un appartamento di 100 metri quadri in una posizione discreta.
Sul reddito di un comune lavoratore incide massivamente il costo dell'alloggio dei trasporti e degli alimenti di consumo quotidiano che negli ultimi anni hanno subito un'impennata. Se dieci anni fa la carne di suino aveva un costo pari a 4 yuan (0.5 euro), e quella di manzo costava 7 yuan (0.88 euro), oggi bisogna mettere in conto almeno 14 yuan (1.77euro) per la prima e 38 yuan (4.81 euro) per la seconda. Nel 2000, 100 yuan erano sufficienti per acquistare 50 chili di riso, oggi bastano ad acquistarne 30 chili. Ma anche il costo dell'abbigliamento è aumentato, Sig. Wang Hongbo- un cittadino di Pechino, ricorda che nel 2002 bastavano 70 yuan (8.7 euro) per un piumino di qualità media; oggi è difficile trovarne uno che costi meno di 700 (101 euro).
Negli anni '80, in Cina andava molto in voga il termine "famiglie da diecimila yuan". All'epoca significava essere in una posizione agiata. Sono passati trent'anni e oggi avere un reddito da 10mila yuan significa rasentare la povertà. Secondo l'agenzia di stato Xinhua, il 90% della popolazione non è contenta dei prezzi attuali, ritenendo che siano troppo alti e che siano un peso non da poco sulla vita del popolo. Alla fine di febbraio la liquidità monetaria in Cina ammontava a 100mila miliardi di yuan, 5 volte in più rispetto ai 16mila miliardi del 2002. Yu Fenghui, editorialista finanziario, ha fatto notare che se la velocità dell'espansione totale della riserva monetaria fosse sincronizzata con i cambiamenti nell'economia reale, adesso sarebbe stata sufficiente una riserva monetaria di 75mila miliardi di yuan. Tengxun Net, Yi Gangceng, vice direttore della People's Bank of China, ha fatto capire che l'istituto di credito avrebbe intenzione di adottare delle misure per ridurre la liquidità in eccesso, essendo questo "l'unico modo per garantire la stabilità dei prezzi dei beni di consumo". Chen Yulu, economista e membro del comitato per le politiche monetarie della Banca del Popolo riferisce che nella seconda metà del 2013 il Paese potrebbe andare incontro ad una grande pressione dovuta all'inflazione monetaria.
Quest'anno la Cina si ritrova a fare i conti con quasi 7 milioni di neolaureati sul mercato del lavoro. Secondo quanto riportano i media statali lo stipendio iniziale per molte professioni, incluso gli impiegati amministrativi e gli assistenti, è stato ridotto fino a 1.800 yuan (228 euro). Per non parlare del fatto che nemmeno più i colletti bianchi ad alto reddito si sentono appagati in città. E tutti questi laureati, che saranno i futuri colletti bianchi, che strada dovranno prendere? Quanto dista ancora la felicità commisurata al reddito?
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