(AGI) - Pechino, 25 mar. - Nel giro di 24 ore due tibetanisi sono immolati dandosi fuoco per protesta control'occupazione cinese, portando a 111 il numero di persone chedal 2009 hanno compiuto questo gesto estremo, in una novantinadi casi pagandolo con la vita. La prima a darsi alle fiamme e'stata la trentenne Kal Kyi, madre di quattro figli, che nelleprefettura di Aba si e' uccisa per denunciare, secondo quantohanno riferito testimoni oculari, "la violenta politica che laCina impone in Tibet e nelle aree della popolazione tibetana". Poche ore dopo e' morto il 43enne Lhamo Kyab, immolatosinellacittadina di Lushoe, nella provincia cinese di Gansu. La prefettura di Aba, nella regione nord-occidentale delSichuan, e' divenuta ultimamente l'epicentro delle protestetibetane contro la politica di Pechino: la settimana scorsa erastato il 31enne Kunchok Wangmo a darsi fuoco, mentre tre giorniprima il gesto era stato compiuto da Lobsang Thokmey, monacotibetano 28enne del monastero di Kirti. (AGI).