di Sonia Montrella
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Roma, , 11 feb. – Si è spento domenica dopo una lotta contro un tumore Zhuang Zedong. 73 anni, il tre volte campione del mondo tennis da tavolo è passato alla storia come l'uomo cui si deve la cosiddetta 'politica del ping pong' che, in piena Guerra Fredda, portò al disgelo delle relazioni sino-americane agli inizi degli anni '70 e allo storico viaggio di Richard Nixon a Pechino nel 1972. Tutto inizio' per un caso fortuito quando nel 1971 il campione americano Glen Cowan perse l'autobus della sua squadra a Nagoya in Giappone e salì a bordo di quello dei rivali cinesi. Appena Cowan si mise a sedere mostrando la scritta Usa sul retro della sua maglietta, sull'autobus iniziò a serpeggiare il nervosismo: "Rimase con noi per 10 minuti e nessuno gli rivolse la parola" raccontò Zhuang qualche tempo dopo spiegando che agli atleti era vietato fraternizzare con colleghi provenienti da Paesi non amici. Alla fine il campione cinese si è seduto vicino all'americano, si è presentato con l'aiuto di un interrete e gli ha offerto in dono un dipinto su rotolo di seta. Il tutto accompagnato con una dichiarazione da fine diplomatico: "Malgrado il governo Usa non sia amico della Cina, gli americani sono amici dei cinesi. Ti consegno questo dono per sottolineare l'amicizia del popolo cinese e di quello americano", disse.
La sortita' non sfuggi' a Mao, che elogio' Zhuang ("non e' solo un buon giocatore di ping pong ma anche un ottimo diplomatico"), e colse l'occasione per facilitare l'invito della squadra Usa di ping pong a Pechino. Operazione diplomatica coronata l'anno dopo con la visita di Richard Nixon, il primo presidente Usa nella Cina comunista (fino al 23 novembre 1971 gli Usa erano riusciti ad impedire che Pechino fosse rappresentata all'Onu: il seggio cinese fino ad allora era occupato da Taiwan).
Nato il 25 agosto del 1940, magro e non troppo alto, Zhuang si unì da adolescente nella squadra di ping pong, facendosi notare per il suo modo di impugnare la racchetta quasi fosse una penna, unita a movimenti delle braccia presi in prestito dalle arti marziali. Una carriera in ascesa fino al 1966 quando la Rivoluzione Culturale mise al bando gli sport, considerati contrari al maoismo e per questo pericolosi. Sotto la falce della Rivoluzione caddero numerosi ex atleti tra cui il coach di Zhuang, tuttavia quest'ultimo non smise mai di credere nel pensiero di Mao Zedong. Una fedeltà che pagò diversi dopo quando il Grande Timoniere lo mise a capo del ministero dello Sport – il bando era ormai solo un ricordo – e successivamente promosso a membro del Comitato Centrale del PCC. La sua amicizia con la moglie di Mao Jiang Qing, viene imprigionato dopo la cattura della Banda dei Quattro e recluso per quattro anni, al termine dei quali fu sottoposto per altri 5 anni ai lavori forzati.
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