A due anni dall'ingresso del fondo sino-italiano Mandarin nel capitale di Dedalus, la società fiorentina di software per la sanità chiude il primo accordo di cooperazione in Cina. L'intesa - che sarà firmata oggi nell'ambasciata italiana a Pechino dall'amministratore delegato e azionista di controllo dell'azienda Giorgio Moretti e dai vertici della controparte cinese Daqing Sunway Software Technology - vale 60 milioni di renminbi, poco meno di 8 milioni di euro, ma rappresenta la porta d'ingresso nel vastissimo mercato sanitario del Paese, oggetto di un profondo piano di riforma con investimenti per centinaia di miliardi di dollari.
La cooperazione tra Dedalus (che nel 2011 ha fatturato 60 milioni di euro) e Sunway riguarda una piattaforma di interoperabilità (XI.VI. il nome del prodotto) per lo scambio di informazioni tra istituzioni pubbliche e operatori sanitari (ospedali, laboratori, medici di famiglia, centri di assistenza, farmacie). Per semplificare, è tutto l'apparato tecnologico che supporta le tessere sanitarie che pongono il sistema italiano all'avanguardia nel mondo.
Il progetto assegnato a Sunway da parte del Bureau sanitario di Daqing (noto perché per l'unico grande giacimento petrolifero del Paese, nella Provincia dello Heilongjiang) prevede la fornitura di una piattaforma regionale in grado di collegare tutte le istituzioni sanitarie della municipalità, per un bacino di utenza di più di due milioni di persone. Una briciola rispetto all'universo della popolazione cinese, ma si tratta di un modello che potrà essere esteso a tutto il Paese.
Non a caso gli accordi tra Dedalus e Sunway guardano a un orizzonte più ampio e prevedono un'opzione d'acquisto per l'azienda fiorentina sul socio cinese. La prospettiva, infatti, è che i numerosi contatti già in corso con altre province possano tradursi presto in nuovi accordi.
La riforma sanitaria in Cina offre grandi opportunità e apre nuove prospettive di cooperazione industriale e commerciale in un settore di estrema rilevanza da un punto di vista sociale, politico ed economico. L'Italia, il cui sistema sanitario è considerato dalla Oms tra i primi al mondo per qualità ed efficienza, può giocare le sue carte con centinaia di imprese del settore.
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@chigiu
19/10/2012