La Cina può diventare un buon compagno di viaggio per le aziende italiane, specie quelle di medio calibro in cerca di partner per poter crescere.
Ne sa qualcosa Annibale Ravasio, presidente della bergamasca Plati Elettroforniture spa, specializzata nella produzione di cavi anche per le telecomunicazioni, che sta raccogliendo i frutti di più di un decennio di buoni rapporti con il partner cinese, la Shenzhen Deren Electronic co. limited guidata da Qiu Jianmin.
Il prossimo 10 ottobre, a Milano, Plati e Shenzhen Deren siglano una joint venture da 7 milioni di euro che sancisce l'inizio di una collaborazione più stretta, utile ad entrambe le società.
Il gruppo Plati, grazie all'investimento cinese, potrà godere di un'iniezione di liquidità ampliando ancora il suo raggio di attività, i cinesi di Deren potranno acquisire il parco clienti legato alla produzione di prodotti per il cablaggio che Plati vanta in mezzo mondo, in particolare nei Paesi dell'Est Europa, tra i quali le strategiche Polonia e Ucraina.
«Questo accordo - dice Annibale Ravasio – conclude un lungo processo iniziato anni fa quando le nostre aziende erano di uguali dimensioni dal punto di vista del fatturato: già a quei tempi il cablaggio era nel loro mirino, noi, in qualità di produttori di cavi, siamo diventati i partner ideali. Sembra un'era fa, perchè nel frattempo la Cina ha innescato la sua marcia, proprio a partire dal GuandDong, l'area del nostro partner Shenzhen Deren che oggi vanta un fatturato ben più ampio del nostro».
Ma i cinesi non puntano solo a soddisfare il mercato interno, nonostante gli incentivi messi in palio dal governo locale per il potenziamento delle infrastrutture in Cina. A pensarci bene, questa joint venture tra le due aziende configura una formula ideale di sbarco da parte di un'azienda cinese nel mercato europeo, soprattutto nella strategica area delle telecomunicazioni, attuato grazie alle competenze di una società italiana. Soprattutto i Paesi dell'Est e le loro infrastrutture, infatti, sono da tempo nel mirino degli investimenti cinesi in Europa.
C'è un altro aspetto da sottolineare nel caso Plati-Deren. A far da catalizzatore di questa joint venture, è stato un operatore del credito sbarcato di recente in Italia, Icbc, la Industrial commercial bank of China, la banca con la maggiore capitalizzazione di borsa al mondo, che da poco più di due anni ha aperto la sua sede milanese in via Tommaso Grossi, in Galleria. Arrivo legato all'intento di dare supporto alle piccole e medie imprese italiane che vogliono entrare in contatto con realtà cinesi, come annunciava al Sole 24 Ore in un'intervista dell'agosto 2009, il direttore di Icbc in persona, Liu Hongbin.
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I PROTAGONISTI
Una multinazionale tascabile
Nata nel 1973, la Plati di Madone (Bg), è una multinazionale tascabile da 30 milioni che negli anni si è stabilita anche in Polonia (1997), Cina (2005), Ucraina (2007), Ungheria (2010).
Vanta oltre mille dipendenti in tutto il mondo. Produce cavi per automotive, industria, elettrodomestici, computer e telecomunicazioni
SHENZHEN DEREN
Il gigante del GuangDong
Nata nel 1992, quotata in Borsa dal 2006, Shenzhen Deren vanta un fatturato di 290 milioni di dollari. I dipendenti superano le 8mila unità. È la più grande fabbrica di elementi per il cablaggio di tutto il Sud della Cina. L'insieme delle sue fabbriche si estende su una superficie di 140mila mq. I manager dell'azienda vantano esperienze anche all'estero, ad esempio nelle aziende taiwanesi Tyco e Foxconn.
Deren, a partire dal 2002 a oggi, ha registrato una crescita esponenziale, nonostante la crisi mondiale che si è manifestata a partire dal 2008
04/10/2012