di Sonia Montrella
Roma, 25 lug.- Piove sulla città di Pechino, tuona nelle stanze deileader, bersaglio negli ultimi giorni di accese polemiche da parte dicittadini e internauti indignati dal modo in cui è stata gestital'emergenza alluvione causata dalla più grave pioggia torrenziale chesi sia abbattuta sulla capitale negli ultimi 60 anni. Solo nel finesettimana secondo l'agenzia stampa Xinhua ha piovuto per 16 ore; tra lezone più colpite quella montana di Fangshan, nel distretto di Pechino,dove sono caduti circa 460 millimetri di acqua. Per i media, leinondazioni hanno causato danni che per ora ammontano a un valore dicirca 10 miliardi di yuan (1,6 miliardi di dollari), mentre quasi66.000 persone sono state evacuate dalle proprie abitazioni e 8.200case sono andate distrutte.
Strade inagibili, macchinerovesciate, edifici crollati o danneggiati e il fango che la fa dapadrone in molte zone: uno scenario apocalittico che ha mietuto 'solo'37 vittime? Mentre il bilancio è fermo da domenica, i cittadini puntanoil dito contro le autorità accusandole di camuffare i numeri reali. "Cistanno nascondendo la verità. Ho sentito dire che solo a Fangshan sonomorte 300 persone" ha racconta un uomo a un fotografo accorso sulposto. "Stiamo identificando i corpi, appena possibile comunicheremol'esatto numero delle vittime" ha dichiarato martedì la portavocedella capitale Wang Hui cercando di attenuare le polemiche e digiustificare il ritardo.
La crisi ha destato grande imbarazzoa Pechino che ha speso miliardi di dollari per modernizzare la città,ma che a quanto pare ha trascurato i suoi sistemi di drenaggio. "Ilgoverno ha inseguito la crescita economica mettendo a repentaglio lasalute dei cittadini. Possono le persone comune salvarsi dalleambizioni dei ricchi?" chiede un utente sul social network Weibo. Dalunedì oltre nove milioni di utenti su Weibo hanno incendiato il webdenunciando la mancata e preventiva informazione e il modo obsoleto conil quale le autorità competenti hanno fatto fronte al problema, lostesso con cui gestirono un anno fa l'incidente provocato dallo scontrotra due treni sulla linea ad alta velocità Pechino-Fuzhou in cuipersero la vita 40 persone. L'indagine si concluse con il verdetto"cattiva gestione del personale e delle strutture". Una vicenda cheproseguì per mesi tra sepolture di notizie, silenzi e critiche control'eccessiva corsa alla modernizzazione e la mancanza di rispetto neiconfronti dei parenti delle vittime.
Intanto mercoledì nelmezzo della bufera il sindaco ed il vicesindaco di Pechino hanno datole dimissioni. La notizia non ha colto di sorpresa i più informativisto che l'ormai ex primo cittadino della capitale Guo Jinlong avevagià preannunciato la sua resa per ricoprire il ruolo di segretario delPartito Comunista, mentre il suo vice Ji Lin, assumerà il ruolo di capodel Comitato politico e giuridico della città. A capo del governodella municipalità di Pechino salirà invece Wang Anshun, funzionariodella precedente ledersi. Le dimissioni insomma non sembrano esserelegate alle ultime vicende, certo è che la tempesta resterà comemacchia indelebile sul curriculum vitae di Guo e del suo mentore ealleato il presidente Hu Jintao.
Inondazioni a Pechino, 37 le vittime, il web insorge
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