di Eugenio Buzzetti
Pechino, 15 giu. - 570 milioni di yuan. E' il jackpot più alto della storia delle lotterie cinesi. E ora, il Dragone ha un multimilionario in più. Il vincitore della Union Lotto ha 60 giorni per reclamare la vincita, pari a 71,7 milioni di euro, il 20% dei quali sarà soggetto a tassazione. Il record precedente ammontava a 565 milioni di yuan, e se lo era aggiudicato nel luglio 2011 un giocatore della provincia costiera dello Zhejiang.
A destare meraviglia tra gli amanti dei giochi a premi è stato il modo in cui è stata realizzata la vincita. La serie fortunata sarebbe stata generata in maniera casuale dal computer, un po' come fa in Italia chi decide di acquistare schede già pronte, e l'acquirente avrebbe deciso di rigiocare gli stessi numeri con altri due biglietti. L'estrazione della serie vincente è avvenuta martedì scorso, sotto la supervisione del China Welfare Lottery Issuing and Management Center. Secondo quanto reso noto dall'agenzia di stampa statale Xinhua, il rivenditore dei biglietti si trova nell'area di San Li Tun, zona tra le più esclusive di Pechino e sede di diverse ambasciate e consolati.
I giochi a premi esercitano un enorme fascino in Cina, dove il numero dei giocatori è in costante crescita: nei primi quattro mesi del 2012 le lotterie cinesi hanno già raccolto l'equivalente di dieci miliardi di euro. Il gioco d'azzardo è stato tuttavia bandito nel 1949, e le lotterie legalizzate dallo stato costituiscono l'unica valvola di sfogo per quella che per una vasta fascia della popolazione è una vera e propria passione.
Secondo un recente sondaggio dell'università di Macao, l'ex colonia che il Portogallo ha restituito a Pechino nel 1999, spesso definita la "Las Vegas asiatica" per l'alto numero di casinò presenti, il 57% dei cinesi vive il gioco d'azzardo come una forma di investimento. E doveva essere così anche per il vice presidente di Agricultural Bank of China, Yang Kun, ora sotto inchiesta per corruzione e riciclaggio, che assieme a un imprenditore del settore immobiliare sperperava i soldi dei risparmiatori ai tavoli verdi dei casinò. Funzionari del governo e dirigenti d'imprese di Stato cinesi sono, secondo lo studio dell'università di Macao, i frequentatori più assidui delle esclusive sale da gioco dell'ex-colonia portoghese.
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