Micam, la più importante Fiera della calzatura di fascia alta, sbarcherà in Cina nel primo semestre dell'anno prossimo. La location è ancora da individuare (Pechino o Shanghai si contendono la palma) ma la decisione è ormai presa, frutto di un lungo percorso portato avanti dall'associazione dei calzaturieri, l'Anci, nell'ambito del progetto Micam nel mondo.
L'annuncio è stato dato ieri durante l'assemblea nazionale che si è svolta a Palazzo Clerici. Il coraggio sfoderato dalla categoria è tanto: come per le imprese tessili che hanno sfidato con successo Pechino esportando Milano Unica a fine marzo scorso, anche le imprese delle calzature puntano ad esportare all'estero Micam ShoEvent, il salone internazionale leader del settore calzaturiero, una fiera di punta per il settore rafforzando il sistema fieristico di Anci nel mondo.
C'è chi obietta che il numero delle aziende che andrebbero in Cina sarebbe addirittura il triplo di quello delle imprese del tessile coordinate in Milano Unica Cina nell'ambito della Fiera Intertextile gestita da Messe Frankfurt. Stavolta l'ente fieristico sarebbe italiano.
«Vogliamo farlo, questo salto - ha detto Cleto Sagripanti, presidente Anci –, attraverso la declinazione e lo sviluppo dei punti di forza della manifestazione italiana nei principali mercati esteri». E continua: «In più il progetto si inserisce nell'ambito di un processo di internazionalizzazione in cui il made in Italy costituisce il centro focale e l'elemento guida di tutta l'azione e prende avvio in Cina, un mercato che negli ultimi anni si è rivelato strategico».
La svolta è stata resa possibile grazie a un accordo con Fiera Milano, una piattaforma di accordo fortemente voluta anche da Enrico Pazzali, l'amministratore delegato.
«È il primo caso di internazionalizzazione di fiera con Fiera Milano - è questo il punto di vista dell'ente fieristico - perchè Micam è un marchio della categoria però Fiera Milano è il partner ormai collaudato di una formula vincente». Anche per Fiera Milano si tratta di un impegno e di una scommessa notevoli.
L'export, però, è sempre più strategico anche per l'industria delle calzature. Certo, la Cina è un caso a sè, affrontare il Paese che per volumi di produzione è primo al mondo diventa un fatto importantissimo. Però il made in Italy vuole misurarsi con la concorrenza cinese sul suo stesso territorio, proprio come hanno fatto i colleghi del tessile che, a un certo punto, hanno accantonato ogni timore e sono partiti alla volta di Pechino.
I risultati consuntivi del settore nel 2011 dimostrano, infatti, che in un momento di forte crisi in molti comparti italiani, il calzaturiero, anche grazie alla capacità di reagire ai cambiamenti dello scenario competitivo degli ultimi anni, ha saputo collezionare risultati importanti sui mercati esteri. L'export è cresciuto del 12,7% a 7,4 miliardi, pari a un incremento del 3,4% a 229 milioni di paia, nonostante il rallentamento che si è reso evidente nel quarto trimestre, in cui si è verificata una frenata decisa delle esportazioni calcolata, in volume, nel 7%.
Le esportazioni, grazie agli incrementi del 2011 e dell'anno precedente (+13,7% nel 2010) riescono, in un biennio, a recuperare i livelli precedenti alla crisi. Non meno importante il recupero del saldo commerciale: l'Italia resta un esportatore netto con incrementi del saldo commerciale del 10,5% nel 2010 e del 16,4% nel 2011 (contro il calo del 26,2% nel 2009) e il comparto moda calzature contribuisce in media più del tessile-abbigliamento o della meccanica se si considear il saldo per addetto.
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7,4 miliardi
Esportazioni
Nel 2011 l'export è cresciuto del 12,7%, pari a 229 milioni di paia
08/06/2012