Roma, 19 ott.-
Solo quattro mesi fa un altro dossier di Coldiretti aveva calcolato che ogni giorno nei porti italiani vengono scaricati oltre mille fusti (da
E se appare chiaro che frenare il Dragone è quasi impossibile, Coldiretti torna ad insistere sulle etichettature, unico strumento in grado di assicurare la tutela e la salvaguardia del marchio, dell'economia italiana e dei cittadini. "Chiediamo alla Comunità europea una normativa che imponga ai produttori di indicare non solo il luogo di confezionamento ma anche quello di origine - aveva spiegato a giugno Bazzana -. Per ora, essendo l'indicazione obbligatoria solo per le passate di pomodoro, non si può parlare di truffa. Si tratta di semplice omissione, ma che rappresenta una frode commerciale per il consumatore". Una tale confusione non esiste però in Cina: "Quando esporta – spiega Silvia Pieraccini nel libro-inchiesta "L'assedio Cinese, il distretto senza regole degli abiti low cost di Prato" –
Ma cosa è cambiato dallo scorso giugno quando è emersa la necessità dell'approvazione di una normativa sulle etichette? AgiChina lo ha chiesto di nuovo a Lorenzo Bazzana: "A livello europeo non è cambiato nulla - ha spiegato il responsabile di Coldiretti -, a livello nazionale il governo italiano ha in cantiere due provvedimenti sulle etichettature a tutela del Made in Italy: uno più generico sull'agroalimentare, in fase di approvazione dalle Camere e Senato e l'altro più specifico sul pomodoro di cui si sta discutendo. Il nostro Paese sta lanciando chiari segnali a Bruxelles soprattutto grazie alla presa di posizione del ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giancarlo Galan" ha aggiunto Bazzana. E proprio Galan congratulandosi con il Nucleo antifrodi di Salerno ha dichiarato: "Quella dei controlli e' una sfida che non intendiamo perdere, e anzi continueremo a tenere alta l'attenzione, senza nessuno sconto per coloro che attentano alla trasparenza e alla legalità, uniche garanzie necessarie per la valorizzazione e la tutela della qualità dei prodotti Made in Italy".
"Il problema è che a Bruxelles non tutti sono d'accordo sulla questione delle etichettature – ha dichiarato Bazzana -. I Paesi del nord sono quelli più restii – per motivi politici, d'interesse - e vedono l'etichettatura come un ostacolo". E se da Bruxelles la decisione tarda ad arrivare, in Italia secondo Bazzana "bisogna incrementare con i controlli perché abbiamo visto che qualcosa che non va si trova sempre. Nel frattempo i produttori di pomodoro dovrebbero provvedere a creare una propria etichetta in cui sia chiara la provenienza del prodotto e il luogo di confezionamento, che dimostri quindi come l'intera filiera sia radicata sul territorio italiano al fine di garantire al consumatore la massima trasparenza. Questa 'precauzione' non basterà, ci sarà sempre qualcuno, come è successo per l'azienda coinvolta nello scandalo di Salerno, pronta a dichiarare il falso e a quel punto bisognerà intervenire con pesanti sanzioni".
di Sonia Montrella
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