di Sonia Montrella
Roma, 8 mag.- In un aula della scuola superiore di Xiaogan, nella provincia dello Hubei, 20 studenti si preparano per il Gaokao, l'esame nazionale di accesso all'università che si terrà tra meno di un mese: testa china sui quaderni, pile di libri sui banchi e alle braccia… flebo intravenose di aminoacidi. E' una delle foto scattate dagli studenti che da venerdì scorso rimbalza sulla rete dove è stata postata oltre 10mila volte e che ha portato alla luce 'l'incidente' di Xiaogan.
Intanto, mentre le autorità provinciali indagano sul caso, emergono i primi particolari. Secondo quanto riportato dalla stampa cinese, i responsabili scolastici si sarebbero difesi affermando che i corsi – serali – rappresentavano un'ottima opportunità per gli studenti, tanto più che le somministrazioni di glicina – un aminoacido impiegato per combattere la stanchezza – costavano alle famiglie solo 10 yuan in quanto la differenza (non è specificata la somma totale) veniva completamente rimborsata dallo stato. Discorde la versione della portavoce dell'Istruzione provinciale che esclude la possibilità che le flebo siano state pagate attraverso sussidi statali.
La pratica poi è tutt'altro che sicura: secondo un farmacista intervistato dal South China Morning Post, prima di somministrare questi aminoacidi va eseguito un check up del paziente in modo da escludere eventuali reazioni allergiche. A peggiorare il quadro, sostiene Xiong Bingqi, vice direttore dell'Istituto di Ricerca dell'Educazione del 21° secolo di Pechino, il fatto che il tutto avveniva in un ambiente non proprio sterile come quello di un'aula scolastica.
"Gli studenti erano consenzienti" si difende ai microfoni del quotidiano cinese in lingua inglese Global Times la professoressa Xia della scuola sott'accusa. "Alcuni ragazzi si sono sentiti molto deboli negli ultimi giorni per via del brutto tempo. Man mano che l'esame si avvicina sempre più studenti si recano in clinica al punto che quest'ultima non può più assorbirli. Ecco perché la scuola ha deciso di attrezzarsi con le flebo" racconta la professoressa.
L'ossessione dei cinesi per il Gaokao non è certo una sorpresa. D'altronde "l'esame di più alto livello" è molto di più di una semplice prova d'accesso: è quella che per molti cinesi rappresenta l'occasione di una vita che deciderà se un ragazzo potrà accedere all'università e aspirare a un buon lavoro oppure no. Fondamentale la scelta dell'ateneo, il cui prestigio è direttamente proporzionale alle chance di successo. Tra un futuro brillante e la mediocrità c'è solo il gaokao e le sue "Tre porte", come il blogger di successo Han Han ha definito nel suo omonimo romanzo alle 3 prove obbligatorie – matematica, cinese e inglese – cui se ne aggiungono altre a seconda dell'indirizzo scelto. Non solo. Il punteggio con cui si supera il gaokao segnerà l'intera carriera accademica dello studente influendo in maniera positiva o negativa.
Ogni anno circa 10mila ragazzi provenienti dai quattro angoli della Cina si presentano all'esame con un enorme carico di nozioni e, soprattutto, di aspettative. Sul risultato dell'esame pendono le aspirazioni e i desideri di genitori che sull'istruzione dei figli – o meglio del loro unico figlio visto che in Cina vige la politica di pianificazione familiare – hanno investito tempo, energie e i risparmi di un'intera vita. La preparazione inizia alle elementari e la vicinanza a un'ottima scuola è in molti casi un motivo più che sufficiente per un traslocare in un'altra zona della città. Gli stessi programmi scolastici nazionali sono cuciti su misura per superare l'esame, tanto che in molti puntano il dito contro un sistema accusato di fornire solo un accozzaglia di nozioni più che una preparazione completa.
Ridotti al massimo i momenti di svago e le attività non affini allo sbarramento, ripetizioni o corsi di approfondimento dopo la scuola e libri aperti sette giorni su sette: questa è per molti anni la vita dello studente cinese. Fuori dalle mura della scuola, un'intera industria si muove attorno alla tappa più importante dell'anno scolastico: sul mercato non mancano auricolari wireless, mini-ricetrasmittenti, kit completi di dispositivi elettronici da 800 euro, integratori e cibi che stimolano la memoria. E molti ristoranti propongono addirittura un menù speciale destinato ai candidati.
Insomma in Cina il gaokao è questione di vita o di morte. In molti casi, letteralmente. Il fallimento dell'esame, soprattutto se al secondo tentativo, è per alcuni talmente grave da non riuscire a convivere con questo peso al punto di scegliere di togliersi la vita.
E intanto cresce il numero di coloro che sulla stampa e sul web criticano l'eccessiva pressione che ruota attorno all'esame. "E' ingiusto promuovere un concetto che vede nel fallimento di un esame il fallimento dell'intera persona" commenta un internauta che ha commentato la foto della scuola di Xiaogan. "Un paese misterioso, un metodo perverso" scrive un altro netizen. E ancora: "Queste foto sono sconvolgenti. Sarebbe inimmaginabile fare una cosa del genere in Europa e in America o in India. Sono passati 30 anni dalla reintroduzione del gaokao e nulla è cambiato. Non c'è nulla di sbagliato nell'esame in sé, ma non può essere determinante per giudicare l'intera vita di una persona"
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