Occidente al tramonto? Presto per dirlo
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Occidente al tramonto? Presto per dirlo

SVILUPPO E GLOBALIZZAZIONE - RICERCA ASPEN-FONDAZIONE EDISON
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Ultimi alla partenza
Nel 2000 i paesi dei Bric – Brasile, Russia, India, Cina – erano apparentemente "a distanza" dal gruppetto dei paesi ricchi. Il loro prodotto interno lordo aggregato era il 13% di quello dei Sei grandi (Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia), mentre la Cina più l'India si fermavano al 7,8 per cento. Tra i quattro emergenti era già evidente il primato
della Cina.
La correzione statistica
Stilando la classifica sulla base dei poteri di acquisto la situazione cambia in realtà di molto: India e Cina, sulla base dei dati del 2003, già potevano generare un valore aggiunto aggregato pari al 51% del Pil del G-6, paragonabile a quello degli Stati Uniti e già superiore del 60% rispetto a quello dei quattro maggiori
paesi europei.
Fase uno: il 2016
Secondo Goldman Sachs il primo sorpasso, tenendo conto dei Pil espressi in dollari Usa 2003, avverrà nel 2016, quando la Cina supererà il Giappone, ma avrà un peso pari solo a un terzo del valore aggiunto degli Stati Uniti e a due terzi di quello dei maggiori paesi europei. Tra sette anni, il Bric nel suo complesso potrà generare un Pil pari a un terzo di quello dei paesi del G-6 e superiore a quello dei quattro maggiori paesi europei.
Fase due: il 2023
Il passo successivo avverrà nel 2023, quando la Cina, da sola, potrà superare anche i paesi europei. Il Bric nel suo insieme si avvicinerà così agli Usa, ma l'India resterà ancora a distanza e avrà un peso pari alla metà di quello del Giappone e un terzo di quello dei quattro paesi europei.
Fase tre: il 2041
Occorreranno altri venti anni perché l'India possa superare, secondo le previsioni della Goldman Sachs, anche i quattro paesi europei. Per quella data, il paese asiatico avrà un "peso" quasi doppio rispetto al Giappone. La Cina sarà allora a un passo dagli Stati Uniti, mentre i quattro paesi del Bric peseranno quanto le economie del G-6. Pochissimo tempo dopo – indicativamente due anni – la Cina potrà superare anche gli Stati Uniti.
Grandezze relative
Lo spostamento dei "pesi" delle singole economie, che riguardano i Pil annuali, non può far dimenticare che tutti continueranno a crescere: gli Usa del 238% in quasi mezzo secolo, il Giappone del 48% e i quattro paesi europei del 200% circa.


I numeri per capire quanto conta l'Italia nel confronto globale
Cinquanta indicatori, suddivisi in sei categorie. La ricerca dell'Aspen Institute Italia a cura della Fondazione Edison ha individuato una serie di parametri per valutare la posizione dell'Italia all'interno del G-20. Da essi emergono qualche conferma e alcune sorprese: i dati strutturali – come la popolazione, la superficie, le infrastrutture, la produzione di energia, il debito pubblico – aiutano poco il nostro paese, che primeggia invece nella generazione nel benessere economico – reddito, debito delle famiglie, diffusione di automobili e telefonini – e nella competitività di alcuni settori industriali anche ad alta tecnologia e nel turismo. Posizioni medie, invece, in fattori critici per lo sviluppo futuro come educazione, ricerca e sviluppo e disoccupazione dove sono necessari, e possibili, alcuni miglioramenti.


21/01/2010
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